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Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, assieme alla controparte Federmaco, hanno firmato, nella serata del 24 novembre, il nuovo contratto nazionale del cemento-calce-gesso del settore industria, che interessa circa 10.000 addetti (vigenza: 1° gennaio 2016 - 31 dicembre 2018). L’accordo, che è anche il primo ccnl delle costruzioni ad essere rinnovato, è stato raggiunto con oltre un mese d’anticipo rispetto alla scadenza prevista. “È un buon risultato – dice Marinella Meschieri, segretaria nazionale della Fillea, responsabile del settore –, considerando i diversi processi di ristrutturazione in atto nel comparto, che hanno limitato la capacità produttiva delle imprese a 19 milioni di tonnellate, rispetto a una potenzialità effettiva di 55 milioni. Siamo riusciti a portare a casa i nostri principali obiettivi, a cominciare dai livelli di contrattazione, ambedue riconfermati, su base nazionale e aziendale”.
Altro capitolo significativo, il rafforzamento del sistema dei diritti d’informazione, dove è stata abbassata la soglia degli aventi diritto, nonché le nuove tipologie d’impiego e la gestione degli appalti: “In questo caso, se un’impresa decide di non poter tenere all’interno una serie di attività, ne deve prima informare i sindacati e raggiungere un’intesa con loro”, rileva Meschieri. Stesso iter in caso di demansionamento, dove è necessario coinvolgere preventivamente le sigle sindacali. È stato potenziato il diritto allo studio, con l’estensione delle 150 ore per chi frequenta corsi universitari. “È una conquista importante – osserva ancora l’esponente della Fillea –, perché la formazione professionale è un elemento essenziale, tanto è vero che siamo riusciti ad ottenere anche otto ore in più di formazione per i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza”.
La dirigente sindacale si sofferma sulle novità in materia di welfare integrativo. “Attenzione particolare è stata data alle aspettative non retribuite per i casi di disturbi comportamentali patologici, relativi ad alcolismo, gioco d’azzardo, bulimia e anoressia, che riguardano familiari dei lavoratori”. Sono stati adeguati, poi, gli istituti della sanità integrativa, estesa a tutti i lavoratori (13 euro mensili, a totale carico delle aziende) e della previdenza complementare (la parte spettante al datore di lavoro aumenta dello 0,20%). Inoltre, verranno inserite nuove norme con la definizione di un codice di condotta in caso di molestie sessuali o di mobbing, e vi saranno avvisi comuni sui temi delle cave e dei combustili alternativi.
Sulla parte salariale, è stato tutelato il potere d’acquisto dei lavoratori, con un aumento salariale medio di 90 euro mensili, che verranno erogati in tre tranches, scaglionate nell’arco della vigenza contrattuale (40 euro, il 1° dicembre 2016; 30 euro il 1° dicembre 2017; 20 euro il 10 ottobre 2018), per un montante totale di 1.650 euro. “Nel complesso – conclude la segretaria della Fillea –, abbiamo dato una serie di risposte ai lavoratori. Non ci soddisfa fino in fondo il capitolo sulle indennità di turno, perché non riguarda tutti, come era inizialmente nelle nostre intenzioni: l’incremento del 2 per cento sarà riservato al lavoro notturno”.