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È ripartita mercoledì 2 novembre la trattativa tra Cementir-Sacci e sindacati sulla mobilità chiesta dall'azienda per 264 lavoratori su 746 complessivi. L'appuntamento di Roma, presso la sede di Unindustria (in via Noale 206), segue il vertice di giovedì 27 ottobre al ministero dello Sviluppo economico che ha riavviato il confronto. Altri due incontri sono già fissati per lunedì 7 e lunedì 14 novembre (quest'ultimo di nuovo al ministero). In questi vertici l'impresa del gruppo Caltagirone, come espressamente richiesto dal viceministro Teresa Bellanova, dovrà presentare il piano industriale e assumere un impegno serio nei confronti dei lavoratori.
L'azienda si è mostrata disponibile sia riguardo la possibilità di ridurre il numero degli esuberi (160 in Sacci e 100 in Cementir), mediante un piano articolato di prepensionamenti (nell'impianto di Tavernola, nel bergamasco, potrebbe usufruire di quest'opportunità la metà del personale) e incentivi all'esodo, sia riguardo il fatto di affrontare la questione in una vertenza unica, e non in due separate (una per Cementir e una per Cacci) come richiesto inizialmente.
Il vertice di giovedì scorso al ministero dello Sviluppo economico, hanno dichiarato le segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea-Cgil, è servito “a rimettere il treno sui binari, in una trattativa che sembrava volgere al peggio”. I sindacati, però, ora si aspettano “dal gruppo Caltagirone un impegno serio per i lavoratori Cementir e Sacci, a partire dalla presentazione di un piano industriale concreto e realmente in grado di rilanciare l'azienda”. Feneal, Filca e Fillea, in conclusione, sottolineano che “ora è davvero arrivato il momento di un confronto responsabile sul futuro di questi lavoratori, per i quali, come ha assicurato anche il viceministro Bellanova, si valuteranno tutte le possibilità offerte dagli ammortizzatori sociali”.