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Francesco lavorava a voucher in una pizzeria di Perugia. E in quella pizzeria ci lavora ancora, ma dal 22 di marzo ha un contratto, uno di quelli veri, scadenza 2021. È stata la commercialista a far notare al suo titolare che bisognava cambiare, perché nel frattempo era intervenuto il decreto del governo che, accogliendo le richieste dei referendum promossi dalla Cgil, aveva cancellato i voucher.
La storia di Francesco l’avevamo raccolta qualche mese fa (video), insieme a molte altre, come testimonianza delle grandi difficoltà che l’essere un lavoratore a voucher comportava. Per esempio – ci aveva raccontato Francesco – quella di non avere la possibilità di ottenere un prestito dalle banche, perché con i buoni un giorno lavori, ma il giorno dopo chissà. La sua testimonianza aveva persino attirato l’attenzione di France2, la tv pubblica francese, che al caso dei voucher in Italia aveva dedicato un servizio.
Ma in seguito la situazione è cambiata. La campagna #Con2Sì per l’abolizione dei voucher e il ripristino della responsabilità solidale negli appalti ha prodotto un risultato molto tangibile: il 17 marzo il governo italiano ha varato un decreto, approvato il successivo 6 aprile dalla Camera (presto toccherà al Senato), che cancella i voucher (oltre a ripristinare la responsabilità delle imprese nei confronti dei lavoratori degli appalti). E per Francesco, come per moltissimi altri nelle sue stesse condizioni, è stata indubbiamente una buonissima notizia.
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“Oggi un prestito lo posso ottenere e, oltre a quello, godo di diritti che prima mi erano negati – spiega il giovane studente-lavoratore –, a cominciare da quello alle ferie o alla malattia. Certo, vorrei che anche tanti altri lavoratori che vedo intorno potessero godere degli stessi diritti che dal 22 di marzo spettano a me. Per questo penso che l’attenzione vada mantenuta alta e il lavoro nero combattuto con ogni mezzo: i contratti ci sono, basta solo applicarli”.