Nella nottata del 23 maggio, durante le trattative per il rinnovo del contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti, le associazioni professionali agricole, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, hanno sancìto l’impossibilità di continuare il confronto, se non fossero state accolte alcune loro richieste, che avrebbero messo in discussione parti fondamentali del ccnl. Pertanto, nel prendere atto della rottura del confronto, le segreterie nazionali e la delegazione trattante hanno dichiarato una giornata di sciopero per il 15 giugno, da declinarsi a livello territoriale.
“La richiesta di cancellare l’orario giornaliero di lavoro è inaccettabile per noi, le ricadute sui diritti salariali e previdenziali dei lavoratori sarebbero devastanti in un settore a così alta precarietà, così come l’introduzione di un salario minimo nazionale a 850 euro al mese (ovvero poco più di 5 euro l’ora), che, di fatto, vedrebbe vanificata la contrattazione nazionale e provinciale (che tratta una parte del salario nazionale). Nonostante le aperture del sindacato su alcuni temi delicati, come le applicazioni contrattuali per le aziende con siti in più province, da individuarsi tramite un confronto fra le parti e non attraverso automatismi, le controparti hanno deciso di non proseguire la trattativa”, spiegano i segretari generali di Flai, Fai e Uila dell'Emilia Romagna, Umberto Franciosi, Daniele Saporetti e Sergio Modanesi.
“È evidente il tentativo, stante le richieste fatte dalle controparti, di manomettere per via contrattuale la legge 199/16 contro lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, inserendo nel contratto nazionale regole che limiterebbero la rilevazione degli indici di sfruttamento, legati alle inadempienze contrattuali (orario di lavoro e salario in primis). L’elogio del Made in Italy, che trova il cuore pulsante nelle produzioni enogastronomiche italiane anche nella nostra regione, è incompatibile con il perdurare di pratiche diffuse di lavoro nero, grigio, sotto-salario e sfruttamento. Perciò non possiamo accettare, dopo aver atteso per tanti anni una legge di civiltà, come la 199/2016, che la stessa normativa venga indebolita per via contrattuale. Chi rappresenta l’imprenditoria agricola sana di questo paese dovrebbe agire in tutela delle aziende stesse, per garantire concorrenza leale e mettere al bando le aziende irregolari, non forzare per dare coperture a chi non rispetta i contratti!”, continuano i dirigenti delle tre sigle confederali.
Pertanto, Flai, Fai e Uila Emilia Romagna indicono una manifestazione regionale per venerdì 15 giugno, a Forlì, con concentramento alle 10 in Corso della Repubblica, 45 (sede di Confragricoltura) e corteo fino a piazza Saffi.