PHOTO
A luglio sembrava ormai quasi tutto fatto per il rinnovo del Ccnl Assicurazioni. Dopo la pausa estiva, invece, il negoziato ha visto un pesante arretramento, fino alla rottura delle trattative tra sindacati e Ania. First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil hanno allora proclamato la sospensione delle relazioni, il blocco degli straordinari e del lavoro supplementare (con il rigido rispetto delle 37 ore settimanali), e si avviano nei prossimi giorni a indire una manifestazione nazionale e uno sciopero generale dei 39 mila addetti.
Prima dell’estate la trattativa era entrata in “una fase avanzata di confronto – spiegano i sindacati – circoscrivendo un perimetro negoziale ben definito: area contrattuale, liquidazioni coatte amministrative, call center, orari, funzionari, aspetti economici”. Ma due mesi, nell’incontro del 19 settembre scorso, Ania “ha radicalmente modificato le proprie posizioni, riproponendo temi che non erano più sul tavolo negoziale: la riduzione degli scatti di anzianità, la libertà di trasferimento estesa fino a 58 anni con 20 anni di anzianità, il trattamento di missione regolamentata esclusivamente dall’azienda, il peggioramento della normativa che regola l’assenza per malattia, della tutela della responsabilità civile e penale nell’attività lavorativa, dei contratti a termine e affini”.
A tutto questo si sono aggiunte una serie di richieste, proseguono First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil, che “Ania ha cercato di far passare come semplice aggiornamento ‘formale e normativo’ del contratto nazionale, ma che in realtà nascondono modifiche sostanziali di gran parte degli articoli contrattuali, come ad esempio sull’esercizio del diritto di sciopero, sul controllo a distanza, sulle indennità di preavviso, sulla previdenza complementare, sul sistema sanzionatorio per i liquidatori sinistri in caso di sanzioni Ivass alle compagnie”.
Da qui la rottura, maturata nell’incontro del 18 ottobre scorso. I sindacati considerano anzitutto “inaccettabile la proposta economica, con incremento del 3 per cento, pari a 63 euro lordi per gli anni 2013-2018, a fronte di un settore che nel 2015 ha macinato utili per circa sei miliardi, con un Roe (ndr. indice di redditività del capitale proprio) di circa l’8 per cento, e che non si risparmia nell’elargire elevatissime retribuzioni per il top management, pari a 82 volte il guadagno medio di un lavoratore”.
First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil contestano anche ad Ania di aver riproposto “un’inaccettabile riforma della normativa che disciplina l’orario di lavoro, introducendo in sede aziendale la redistribuzione in chiave unilaterale, e quindi svincolata da accordi sindacali, dell’orario di lavoro, dei turni e del multi periodale”. Forte dissenso c’è anche sulla richiesta di Ania di “una fungibilità piena per i call center senza adeguate salvaguardie economiche, prevedendo anche la possibilità di adibire il personale amministrativo di prima parte ad attività di contact center” e sugli “scatti di anzianità con accorpamento tabelle ante e post 1999, con peggioramento sia per gli attuali sia per i futuri assunti”. I sindacati, infine, rigettano pure le proposte della controparte sull’azzeramento dell’inquadramento dei funzionari e sul “peggioramento delle fungibilità dei quinti e sesti livelli”, e sull’applicazione peggiorativa del Jobs Act, con particolare riferimento al “demansionamento”.
La pesante fase involutiva che sta caratterizzando il comportamento dell’Associazione datoriale, concludono i sindacati, contrastano fortemente “con le positive relazioni sindacali del settore che da sempre hanno consentito di gestire insieme importantissime riorganizzazioni del comparto assicurativo”. Da qui la necessità di “una risposta altrettanto forte e straordinaria in termini di mobilitazione unitaria e lotta della categoria”.