La Cgil e il Sunia di Catania hanno preparato una proposta per l’utilizzo dei beni confiscati a fini abitativi, in stretta sinergia tra i Comuni, il Consorzio Etneo, l'Istituto autonomo case popolari di Catania e le parti sociali. Un documento fortemente voluto e costruito nel tempo, che verrà presentato domani, martedì 1° marzo, alle ore 10.30, nei locali di palazzo Minoriti.

Alla conferenza stampa parteciperanno: Pina Palella, segretaria Cgil, Rosaria Leonardi, responsabile politiche abitative Cgil, Giusi Milazzo, segretaria generale del Sunia, Pierpaolo Lucifora, presidente del Cda del Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo. Sono stati invitati anche i sindaci dei comuni della provincia, gli assessori al patrimonio, alle politiche sociali e alla legalità dei relativi comuni, i direttori generali degli Iacp di Catania e Acireale.

"La gravissima emergenza abitativa impone che siano effettuate scelte chiare. Servono per concrete soluzioni al dramma che interessa migliaia di persone anche sul nostro territorio. I numeri sono allarmanti: secondo i dati ufficiali forniti dal ministero dell'Interno, nel 2014, a Catania sono stati eseguiti 667 sfratti, tramite l’ufficiale giudiziario, e sono state avviate 3.112 richieste di esecuzione – spiegano i rappresentanti di Cgil e Sunia –. Dai dati provvisori elaborati dal sindacato degli inquilini, l’aumento degli sfratti nel 2015 si attesta ad almeno un più 10%. D’altro canto, esiste un patrimonio edilizio in gran parte inutilizzato, che potrebbe soddisfare le emergenze abitative di chi è in situazioni di disagio".

"Una parte importante di questo patrimonio è costituita dai beni confiscati alle associazioni criminali e di tipo mafioso. Una massa potenziale di risorse che, dopo essere state restituite alla collettività, può essere impiegata in tale direzione per contribuire a tamponare una vera e propria emergenza sociale e personale. Per questo, continuando nel lavoro propositivo già avviato, e dando seguito alla piattaforma provinciale sul tema della casa, presentata durante l’iniziativa del 7 ottobre 2015, abbiamo deciso di chiamare in causa i comuni, il Consorzio etneo legalità e sviluppo, il cui scopo è quello di gestire e assegnare per scopi sociali i beni confiscati alla mafia e lo Iacp", concludono i sindacati.