I teatri catanesi, lo Stabile e il "Bellini", pagano il prezzo di una politica sorda ai bisogni della cultura e del territorio oramai da troppi anni Lo dimostrano i dati diffusi stamattina dalla Cgil e dalla Slc Cgil di Catania che registrano un pesante taglio del 20% dei fondi regionali e del 3% sul FUS, il Fondo unico per lo spettacolo- per lo Stabile, e del 13% dei fondi globali per il "Bellini". E i lavoratori di entrambi gli enti, per la Cgil "vanto di questa città, non solo per l'alta qualità degli attori e degli spettacoli, ma anche, ad esempio, per la prestigiosa scuola di recitazione nel caso dello Stabile e l'alta professionalità del coro e dell'orchestra per il Bellini", non prendono lo stipendio da febbraio. La Regione Sicilia e il Comune di Catania, insomma, devono intervenire prima che sia davvero troppo tardi.
Il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota, presente oggi in conferenza stampa insieme al segretario generale della SLC Cgil Davide Foti e al segretario confederale della Cgil di Catania, Giovanni Pistorio, ha definito la situazione dei teatri "grave e pericolosa". Il teatro Stabile guarda alla Regione con la speranza di una svolta che sino ad oggi è però tardata ad arrivare, ma per il sindacato "è anche tempo che il balletto della politica catanese a colpi di stucchevoli dichiarazioni di esponenti politici e consiglieri comunali abbia termine. Non è tempo di protagonismi e se si dimette adesso, così come è stato richiesto, il cda, non si potrà approvare il Bilancio. Noi non prendiamo le parti di nessuno, stiamo dalla parte del buon senso". Per il "Bellini" sindacati e lavoratori attendono con impazienza l'insediamento del sovrintendente Grossi e chiedono un rilancio sin troppo atteso."La voce dei teatri catanesi non si può spegnere", aggiunge Rota, "chiediamo all'amministrazione Bianco, che ha sempre dimostrato di avere a cuore la cultura, di mettersi alla testa del movimento di chi vuole che i teatri a Catania si salvino".
Dati alla mano, Davide Foti segnala che "grazie alla spending review concordata con il sindacato, allo Stabile sono state tagliate consulenze per 80 mila euro all'anno, dismessi gli affitti di 150 mila euro annui, raggiunti accordi su attori al minimo che fanno risparmiare 200 mila euro annui. Ma veniamo alle note dolenti: dal 2008 ad oggi i fondi destinati allo Stabile sono calati complessivamente del 47% ( si va da i 6 milioni e 700 mila euro di contributi del 2008 ai 3 milioni e 558 mila euro di contributi del 2014) . Inoltre, il progetto di Bilancio per l'esercizio finanziario 2013 della Regione, al momento prevede il contributo da assegnare al "Bellini" nella misura di 11 milioni e 750 mila euro, una somma inferiore di 4 milioni e 540 mila euro rispetto all'esercizio precedente. Ma tra il 2006 e il 2013 il contributo annuo è stato ridotto per un importo di 9 milioni e 950 mila euro". In parole povere, negli ultimi quattro anni l'ente - che conta 48 precari- si è visto dimezzare il contributo assegnato (-40% circa). Intanto, negli ultimi tre anni al "Bellini" si è registrata una ascesa nella vendita di abbonamenti e biglietti singoli. I primi sono cresciuti fino a 1700 unità, in controtendenza con altre storiche realtà dell'Isola. Al Bellini il costo del personale si aggira intorno ai 14 milioni e 500 mila euro; il 78% per il personale di ruolo, il 18% per il personale stagionale.
"La politica, in tutti questi anni, ha sempre voluto mettere le mani nei teatri, facendo e disfacendo. Il sindacato invece ci ha messo la faccia", ha concluso Foti, " e adesso invitiamo ad operare un ulteriore taglio delle consulenze. Anche se, tra gli esterni, si sono consumate alcune disparità, con lavoratori ben pagati ma non sempre di grande utilità per l'Ente ed esterni pagati pochi migliaia di euro con figure essenziali".
Giovanni Pistorio ha posto l'accento sul carattere complesso delle vertenze teatro, puntando l'attenzione sul peso negativo che il taglio dei fondi e le finanziarie "tardive" impongono a cartelloni per forza di cose già programmati, sul sacrificio dei lavoratori dipendenti e anche sull' innegabile impegno dei teatri catanesi ad assicurare standard di quantità e qualità tali da mantenere bassissimo il taglio delle risorse FUS, che non a caso poggia su criteri meritocratici. "Altri teatri meridionali che si trovano nelle stesse condizioni dei nostri sono stati derubricati senza tante spiegazioni. - conclude Pistorio - Invece, a Catania, in questi anni difficili siamo riusciti a fare accordi, anche importanti, come quello che in tanti prendono a modello, destinato ai giovani attori".
Catania: Cgil e Slc, teatri pagano cattiva politica
I dati registrano un pesante taglio del 20% dei fondi regionali e del 3% sul FUS, il Fondo unico per lo spettacolo- per lo Stabile, e del 13% dei fondi globali per il "Bellini"
20 maggio 2015 • 00:00