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Sono state festività molto difficili, quelle che si stanno per concludere, per i lavoratori della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone (Modena). Davanti al piazzale dell'azienda – dove si lavorano carni suine – prosegue il presidio dei lavoratori delle cooperative in appalto e della Flai Cgil, che non si è interrotto neanche nella notte di capodanno. Domani, 6 gennaio, arriverà anche la befana, “per distribuire – come spiega la Flai Cgil di Modena – regali ai bambini delle famiglie dei lavoratori cacciati dal sito della Castelfrigo e ai bambini delle famiglie che porteranno solidarietà”.
Intanto continua a far discutere, e molto, l’accordo separato Castelfrigo-Cisl del 27 dicembre 2017. Ieri, 4 gennaio, la Fai Cisl Emilia Centrale ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha difeso l'intesa siglata subito dopo Natale, che ha portato all'assunzione di 52 lavoratori (quelli che non hanno preso parte allo sciopero) attraverso un'agenzia interinale, con l'assistenza della stessa Fai Cisl. “Intesa grazie alla quale – è stato sostenuto – si è garantita la continuità produttiva dell'azienda”.
Una lettura dei fatti che non convince per nulla la Cgil. “Qui si ribadisce la validità di un accordo che discrimina fra i soci-lavoratori delle cooperative che hanno scioperato e quelli che invece hanno continuato a lavorare in questi mesi”, osserva Manuela Gozzi, segretaria della Cgil di Modena. “Parlare poi di aver salvato il sito produttivo della Castelfrigo – aggiunge Gozzi – è assolutamente strumentale, visto che le cooperative appaltatrici avevano aperto già a giugno 2017 una riduzione del personale per 75 unità, prevedendo dunque già allora di predisporre un piano industriale che occupava solo 52 dei 127 esuberi poi annunciati ad ottobre. Nei fatti è difficile credere che ci sia stata una vera e propria negoziazione”.
“Soprattutto – insiste la segretaria della Cgil di Modena – non mi capacito di come un’organizzazione sindacale abbia agito con segretezza e firmato già il 22 novembre un verbale di incontro che individua la possibilità di continuità lavorativa solo per i lavoratori che non facevano sciopero. Ricordo – conclude Manuela Gozzi – che il diritto di sciopero è sancito dalla Costituzione ed è un diritto indisponibile, e non dovrebbe far parte della cultura di nessun sindacalista tentare di derogare ad esso tramite un accordo aziendale”.
A fronte di questa situazione fortemente compromessa l'unica via d'uscita possibile – secondo la Flai – sta nell'applicazione dell'accordo sottoscritto la scorsa settimana in Regione tra Cgil, Cisl, Uil e Alleanza delle cooperative italiane che, dice Ivana Galli, segretaria generale della categoria Cgil, “ora è necessario far vivere”. Nel verbale di incontro (che ha convinto i lavoratori a sospendere lo sciopero della fame) sono state convenute misure importanti volte alla ricollocazione dei lavoratori licenziati delle due cooperative spurie, l’impegno di tutti al rispetto delle regole previste dal Tu regionale sulla legalità e la costituzione di un tavolo di monitoraggio permanente per il sostegno alla proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Senato sul contrasto alle false cooperative.
“Come è successo per la legge 199, è necessario che anche la politica dia il proprio contributo decisivo per scardinare quel sistema di cooperative spurie che danneggia i lavoratori e l’intero settore. Per questo al prossimo Parlamento chiederemo l’approvazione della proposta di legge che purtroppo è rimasta ferma in Senato. Sin da ora le forze politiche potrebbero prendere un impegno in questa direzione”, spiega Galli.
“I lavoratori che per oltre due mesi hanno scioperato chiedono rispetto dei contratti, degli orari di lavoro, chiedono dignità e legalità e non tranelli e buste paga fantasiose – ricorda la sindacalista –. E, insieme a loro, lo chiediamo per tutti i lavoratori, migliaia, che lavorano per le cooperative spurie. Vogliamo che non ci siano lavoratori alla mercé di false cooperative che approfittano di loro e colpiscono le realtà sane, né operano nella trasparenza e nel rispetto delle regole”. “Le soluzioni prospettate al tavolo in Regione possono dare una risposta all’intero comparto e ai lavoratori, a cominciare da coloro che sono rimasti senza lavoro”, conclude Galli.