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“La vicenda Castelfrigo continua a essere emblematica nel distretto delle carni modenese. Tutto quello che non va fatto, lì si fa. Prima non si applicano i contratti nazionali negli appalti, poi si dividono i lavoratori mettendo contro i diretti e indiretti. E quando si riesce finalmente a raggiungere un'intesa in Prefettura, poi non la si applica, anzi iniziano azioni ritorsive nei confronti dei lavoratori diretti e indiretti che hanno sostenuto la vertenza”. Sino a “licenziare i delegati Cgil nelle cooperative e favorire il rinnovo delle Rsu fra i dipendenti diretti, senza che sia rispettato il testo unico sottoscritto a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil e Confindustria. Una sola organizzazione confederale presenta una lista dichiarando tempi e modalità delle elezioni nei lavoratori diretti: poi dichiara anche di averle vinte”. Lo affermano in una nota Antonio Mattioli (Cgil Emilia Romagna) e Tania Scacchetti (Cgil Modena). “Si levano nuovamente le urla di sgomento dei lavoratori Work Service e Ilia Da, cooperative in appalto presso Castelfrigo, in solidarietà con i propri compagni e delegati licenziati verbalmente nella giornata di ieri”. Così aggiunge la Filt Cgil che ha proclamato lo stato di agitazione con sciopero e presidio davanti ai cancelli dello stabilimento a oltranza e in maniera permanente.
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“L'azienda – spiegano Mattioli e Scacchetti – prosegue nel non applicare gli accordi, snobbando il lavoro della Prefettura e dichiarando, attraverso un suo legale, che il Patto per il lavoro sottoscritto in Emilia Romagna è carta straccia. Sino a quando le aziende non risponderanno della loro responsabilità sociale, della mancata applicazione degli accordi sottoscritti, del rispetto delle norme vigenti trovando associazioni compiacenti, il problema della dequalificazione del distretto delle carni modenese – compresa la scelta di competere comprimendo costi e diritti del lavoro – non troverà soluzioni e sarà sempre più presente il rischio dell'infiltrazione della malavita organizzata e di imprese fatiscenti nate per 'guadagnare' a scapito della qualità dei prodotti e del lavoro”.
Il sindacato si muoverà anche sul piano giuridico. "Impugneremo l'elezione della Castelfrigo, il licenziamento dei delegati e pretenderemo l'integrale applicazione dell'accordo sottoscritto in Prefettura. Ci mobiliteremo con tutte le iniziative necessarie per ottenere il reintegro e per contrastare una volta per tutte l'arroganza della Castelfrigo e delle cooperative che operano in appalto. A questo punto il prefetto, il presidente della Provincia di Modena, il sindaco di Castelnuovo Rangone e la Regione Emilia Romagna devono pretendere il rispetto di quanto convenuto nelle sedi istituzionali”.
Dal mese di settembre la Cgil regionale e modenese attiveranno un presidio costante e strutturale nel distretto delle carni modenese per tutelare i lavoratori diretti e degli appalti e per proseguire in un'azione finalizzata a garantire al territorio uno sviluppo socialmente sostenibile, inclusivo, competitivo, dove la parola d'ordine è “la dignità di chi lavora non ha prezzo”.