"Le dichiarazioni rilasciate dalla Confindustria in occasione dell'audizione, che si è tenuta ieri nella sede delle commissioni della Regione Emilia Romagna, sono paragonabili a quelle di Ponzio Pilato. La federazione degli imprenditori ha derubricato la vertenza Castelfrigo e la lotta dei lavoratori, che operano negli appalti, a uno 'scontro tra lavoratori' e a uno 'scontro tra organizzazioni sindacali', dichiarando addirittura che bisogna preoccuparsi della violenza nei luoghi di lavoro, come se delle giuste rivendicazioni di legalità e diritti fossero atti di violenza". È quanto afferma Antonio Mattioli, responsbaile politiche contrattuali della Cgil Emilia Romagna.
"Il dottor Rusconi, per conto di Confindustria, ha dichiarato che la vicenda Castelfrigo rappresenta un'uscita dai binari della legalità, confermando che stiamo parlando di un settore 'delicato', ribadendo che l'accordo del 2016 affrontava una 'situazione che non era nella legalità'. Contestualmente, ha dichiarato che i datori di lavoro non intendono prendere provvedimenti nei confronti dei propri associati che operano in questo modo. Come dire: sono dei bravi ragazzi", ha continuato il sindacalista.
"È inaccettabile che si continui a operare nell'ambiguità, dichiarando che si è paladini della legalità e nel contempo giustificare propri associati che, attraverso l'utilizzo di cooperative spurie, competono sul mercato illegalmente. È un atteggiamento insopportabile e persino offensivo per chi applica le leggi e le norme contrattuali: un atteggiamento che, in passato, ha supportato soggetti come Baraldi e Bianchini e oggi considera quanto accade a Castelfrigo una questione di scontro sindacale e di ordine pubblico", ha aggiunto l'esponente Cgil.
"Crediamo sia giunto il momento di fare una decisa e chiara scelta di campo: legalità, qualità del lavoro e del prodotto, sono alternativi a cooperative spurie e committenti, che con tale sistema competono sul mercato Noi proseguiamo sulla nostra strada, a fianco ai lavoratori della Castelfrigo", ha concluso il dirigente sindacale.