"Lo sfratto alla Casa internazionale delle donne da parte del Comune di Roma rischia di cancellare dalla Capitale trent'anni di lotte per l'emancipazione e la parità di genere. È un luogo storico che offre assistenza e orientamento alle donne in difficoltà e cultura a beneficio di tutti i cittadini. Negli anni la Casa si è affermata per essere anche un punto di incontro di culture, di idee, di valorizzazione e rispetto delle differenze". Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom.
"A Roma, dopo aver cancellato spazi socio-abitativi, organizzazioni di volontariato, associazioni culturali e aver sgomberato i luoghi di accoglienza per rifugiati e transitanti, si colpisce ora un simbolo del movimento femminista romano, che dal 1987 risiede nel complesso monumentale del Buon Pastore di Trastevere.
Il debito che l'amministrazione capitolina attribuisce alla Casa internazionale delle donne è incomparabilmente inferiore al valore economico dell'attività svolta in trent'anni di attività", continua la dirigente sindacale.
"Chiediamo alla Sindaca e alla Giunta di riavviare immediatamente la trattativa con le associazioni delle donne e di sospendere subito i termini di pagamento. È necessario, poi, aprire un tavolo di confronto, come peraltro già richiesto, con i presìdi sociali e culturali attivi nei territori, che rischiano di essere messi in discussione. Siamo al fianco della Casa internazionale della donne, e sosterremo le varie forme di mobilitazione finché non verrà trovata una soluzione che consenta a questo luogo di proseguire l'attività”, conclude la leader delle tute blu Cgil.