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L'avvio della raccolta di firme per trasformare la Carta dei diritti in legge "è stato ottimo: nel weekend abbiamo avuto un grande risultato di partecipazione, interesse e consenso. C'è stata grande attenzione intorno ai nostri gazebo". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, ai microfoni di RadioArticolo1 nel corso della trasmissione Italia Parla (ascolta il podcast integrale). "Un risultato oltre le aspettative - spiega -, e questo nonostante il paese sia stato flagellato dal maltempo e la raccolta di firme sia stata interrotta o annullata in alcuni luoghi. E' andata molto bene: siamo soddisfatti soprattutto perché ha firmato tanta gente, non ci è stato segnalato alcun episodio di ostilità nei confronti della nostra iniziativa".
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Il nuovo Statuto ha mosso il primo passo. "Il successo lo vedremo alla fine - prosegue Baseotto - perché bisogna raggiungere e superare il nostro scopo: l'obiettivo burocratico è raggiungere le firme necessarie per presentare la proposta di legge in Parlamento. Ma c'è anche un obiettivo politico: raccogliere un'enormità di firme, il più possibile, perché ogni firma in più è un motivo in meno per i nostri avversari per ignorare, non considerare o osteggiare la nostra proposta di Carta dei diritti universali del lavoro". Partenza positiva, dunque: "Abbiamo iniziato col piede giusto, abbiamo avvertito intorno a noi un clima di grande favore, non solo dal mondo della Cgil: tanti cittadini si sono avvicinati, hanno chiesto informazioni e poi hanno firmato. Prima - con la nostra consultazione - abbiamo giocato in casa, ora siamo in trasferta: ma è una trasferta con un pubblico non ostile, che è un grande aiuto per una squadra che scende in campo per vincere".
La Cgil cambia anche il suo linguaggio. "Chi vuole - annuncia il segretario -, che usi Android o Apple, può scaricare un'apposita app chiamata Carta Cgil: è una applicazione che non solo contiene la Carta nella sua versione sintetica e originale, ma conterrà anche l'indicazione di tutti gli appuntamenti, eventi, manifestazioni, localizzazione dei banchetti e tutto sulla nostra raccolta di firme. La app si può già scaricare". Un sindacato che dimostra di essere tutt'altro che obsoleto: "Abbiamo scherzato sul gettone per il telefono - aggiunge - ma, come si vede, ci impegniamo a stare al passo coi tempi, usiamo le nuove tecnologie e gli ultimi strumenti di comunicazione. Si può sempre fare meglio - ovviamente -, ma siamo già fortemente orientati su questa strada".
In ogni caso, ricorda Baseotto, "non dobbiamo mai dimenticare il rapporto diretto con le persone, i contatti, il colloquio, la stretta di mano, il guardarsi negli occhi: per un sindacato che vuole rappresentare milioni di persone è assolutamente fondamentale. La forza non si costruisce solo in modo virtuale, noi continuiamo a considerare strategico il rapporto personale con i nostri iscritti e iscritte, i nuovi iscritti, le persone e i cittadini. Vogliamo mantenere il tratto di forte radicamento tra coloro che rappresentiamo".
Il centro dell'iniziativa della Cgil è "la carica innovativa della Carta". Dinanzi ai governi che considerano il lavoro "in compartimenti stagni", infatti, "la verità novità, la rivoluzione culturale che proponiamo è una legge che tutela i diritti fondamentali dei lavoratori a prescindere dal lavoro che svolgono, che gradualmente nella vita si troveranno a svolgere. Un giovane con percorsi discontinui, periodi da precario, parasubordinato o autonomo, ha bisogno di una legge che gli garantisca di farsi forza della propria dignità e della propria libertà. Bisogna affermare il principio che un portato di diritti è in capo alla persona, non al lavoro che svolge".
E' un momento di straordinaria importanza per la Confederazione. "I prossimi sei mesi saranno fondamentali. Con il lancio della Carta ci sottoponiamo a una grande prova, che io definisco la prova del consenso: un grande sindacato non può accontentarsi di avere il consenso solo e esclusivamente dei propri iscritti e iscritte, non può pescare solo dal tradizionale ambito di rappresentanza. Con i banchetti incrociamo tante persone diverse dalla nostra realtà, questo il senso della sfida: convincere le persone che la Carta dei diritti universali del lavoro interessa anche loro, perché interessa la qualità democratica del nostro paese", conclude.