Alla vigilia dell˙8 marzo, sono state oltre 3.000 le assemblee svolte in tutta Italia dalla Fillea Cgil tra i lavoratori e le lavoratrici dei comparti delle costruzioni per presentare la Carta dei diritti universali del lavoroˇ. È quanto si legge in una nota della segreteria nazionale della categoria "nei prossimi dieci giorni dovremo fare ancora di più, per raggiungere tutte le nostre iscritte ed iscritti, soprattutto nel territorio. Se, infatti, le assemblee in azienda stanno dando un positivo ritorno in termini di consenso e sostegno, è soprattutto nelle assemblee comunali, sul territorio, che dobbiamo concentrare tutte le nostre energie, per raggiungere i tanti lavoratori delle piccole e piccolissime aziende", aggiunge il comunicato.
"Del resto – afferma Alessandro Genovesi, segretario organizzativo degli edili Cgil –, l'obiettivo di fondo della stessa proposta è quello di ricostruire un sistema di tutele e diritti per tutti, nelle grandi come nelle piccole realtà, per poter poi avviare una campagna che passi dagli iscritti per chiamare alla mobilitazione l'esercito di lavoratori atipici, partite Iva, lavoratori dei subappalti, contro ogni forma di discriminazione e ricatto, contro il tentativo di scaricare sempre e solo sui lavoratori un modello di competizione che non investe su qualità, trasparenza e innovazioneˇ.
E non è, forse, un caso che sostegni alla battaglia politica e culturale che la Cgil ha avviato, e che non potrà che essere di medio periodo, arrivano dalle realtà più complicate, dove la crisi ha ulteriormente aumentato disuguaglianza e competizione tra lavoratori: dai piccoli cantieri a Cagliari, alle aziende in cassa integrazione del legno in Umbria, dalle aree interne dell˙Abruzzo o della Basilicata, ai territori che per la prima volta fanno i conti con una disoccupazione a due cifre, come il Veneto e la Lombardia, a realtà, anche strutturate, dove le difficoltà di cooperative storiche, come in Emilia, fa segnare il passo. E l˙elenco potrebbe continuare".
Dalla Fillea, infine, l'appello "alle migliaia di attivisti, quadri e delegati affinchè la mobilitazione continui, sapendo sempre più valorizzare il nesso che vi è tra le condizioni vissute nelle singole
aziende e nei diversi territori e la necessità di uscire da tale stato di cose, solo facendo avanzare un altro modello di sviluppo e d'impresa socialmente responsabile, e che valorizzi il lavoro e le professionalitàˇ.