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Non passa il ddl sulle pene alternative, il ministro Severino esprime tutta la sua disapprovazione. E' quanto accade oggi (21 dicembre) in Senato, mentre cala il sipario sul governo Monti e sulla legislatura. Le norme sulle pene che sostituiscono la detenzione - dunque - si fermano nell'aula di Palazzo Madama.
"E' un provvedimento importante, ha una sua razionalità e poteva essere approvato questa mattina senza recare fastidi e pregiudizi ad alcuno. Sarebbe stata una pagina bellissima per concludere questa mia esperienza". Al contrario, "vado via con amarezza". Questo il commento del ministro della Giustizia, Paola Severino, dopo il rinvio del ddl in commissione.
"I provvedimenti per affrontare il problema dell'affollamento delle carceri - assicura - resteranno per la prossima legislatura, così come il piano per l'edilizia carceraria, ma anche le misure alternative, perché il carcere deve essere l'extrema ratio'". Queste le altre parole del ministro, che non ha nascosto la sua delusione soprattutto perché "non favoriva i colletti bianchi, ma i poveri disgraziati".
Dal punto di vista tecnico, il ddl torna all'esame della commissione Giustizia e quindi non sarà votato dall'Aula del Senato. Lo ha deciso il presidente del Senato Renato Schifani prendendo atto del 'no' di 4 gruppi: Lega, Fratelli d'Italia, Cn e Idv. Con questo rinvio, nella pratica, il ddl è "morto": non diventerà mai legge perché stasera il premier, Mario Monti, rassegnerà le dimissioni chiudendo l'esperienza dell'esecutivo.