Quello che tutti i giorni viene sopportato dagli agenti di Polizia Penitenziaria del Lazio è al di là di ogni immaginazione: "Turni di 16/18 ore di lavoro ininterrotto, impossibilità di programmare la propria vita in quanto spesso richiamati in servizio per mancanza di personale, vigilanza a vista dei detenuti, posti di lavoro fatiscenti e lontani dagli standard previsti dalla legge per la sicurezza dei lavoratori, mancati controlli sanitari sull'idoneità fisica come previsto dalle norme, da ultimo in questo periodo, impossibilità di organizzare un qualsiasi piano ferie che sia degno di questo nome salvo che il personale rimanente non si attivi attraverso doppi e tripli turni di lavoro. Tutto questo accanto alla mancanza del rinnovo del contratto di lavoro ormai fermo dal 2009". E' l'allarme che arriva oggi (19 luglio) dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio.

Un'"ordinaria follia", la definisce il sindacato, "che tutti i giorni si verifica negli istituti di pena del Lazio ed è ulteriormente acuita dalla mancata presenza di 428 agenti che svolgono la loro attività presso il dipartimento di amministrazione penitenziaria. Se la pianta organica prevede poco più di 4.100 agenti, alla già pesante carenza che fa registrare un totale di 3.100 unità si aggiunge quindi la beffa di oltre 400 colleghi sottratti agli istituti. Il saldo è misero: meno 1.500 poliziotte e poliziotti"

Tutto ciò è "intollerabile", precisa la Funzione pubblica: "da una parte agenti che con strenuo senso del dovere fanno di tutto per tenere in piedi un sistema al collasso, dall'altra un'amministrazione molto sensibile a parole, poco nei fatti. Il numero degli agenti negli istituti deve essere quello previsto dagli organici. Non è più tollerabile un sistema che chiede a pochi di fare il lavoro di molti. Serve un’inversione di rotta che consenta agli agenti di polizia penitenziaria di svolgere il proprio lavoro, oltre che con dedizione, anche con maggiore serenità", conclude il sindacato.