Il coordinamento nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione del personale su tutto il territorio nazionale. “L'attesa dei lavoratori e della nostra organizzazione nei confronti del Dap e del Ministro della Giustizia Alfano ha raggiunto il limite”, afferma in una nota il responsabile sindacale Francesco Quinti. Che poi spiega: “Niente è stato fatto per rendere accettabili, o quantomeno sopportabili, i carichi e le condizioni di lavoro. Niente sul fronte del personale e delle risorse. Niente di incisivo e tangibile sul versante del sovraffollamento delle carceri, gravate da un surplus che ormai supera i 20mila detenuti, a fronte di una carenza di organico di 6mila unità. Non è certo bastato il continuo richiamo del ministro all'ormai leggendario piano carceri, e la dichiarazione di stato d'emergenza, tardiva quanto infruttuosa, accompagnata dall'annuncio dell'assunzione di 2mila unità, che a noi risulta essere ben più ridotto, e che comunque non tiene conto dei pensionamenti (oltre le 2500 unità nei prossimi tre anni). Assunzioni insufficienti e comunque spalmate nel quadriennio 2010-2013”.

Prosegue la nota: “In un contesto in cui le condizioni di lavoro diventano sempre più difficili, gravate dal logoramento delle carceri, vecchie e anguste, quando non malsane, dalla invivibilità di alcuni istituti che sfiora i limiti della rivolta, e che comunque sfocia in continue aggressioni e sopraffazione al personale, esacerbando un clima già rischioso, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ha annunciato il 30 dicembre 2009 l'innalzamento dell'orario di lavoro da 36 a 42 ore. Aumento dell'orario non contemplato dal contratto nazionale del comparto sicurezza, contratto, quello riferito al biennio economico 2008-2009, scaduto da due anni. A un tale danno, si somma l'insopportabile beffa della previsione in finanziaria della sola indennità di vacanza contrattuale per il prossimo triennio economico. Inaccettabile. Semplicemente rispedito al mittente”.

Da oggi, conclude Quinti, “il personale di Polizia Penitenziaria aderente alla Funzione Pubblica Cgil entra quindi in stato di agitazione permanente, riservandosi di informare l'amministrazione sulle forme di lotta e mobilitazione che verranno messe in campo. Il tempo della pazienza, per un Corpo che ha anche troppo dimostrato abnegazione e spirito di sacrificio, è terminato. É giunta l'ora delle risposte e dei fatti”.