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Anche nel Lazio, come nel resto d’Italia, il personale di polizia penitenziaria è entrato in stato di agitazione. "La situazione del personale presente nelle carceri è infatti da tempo diventata insostenibile, e nella nostra regione intollerabile: a fronte di 3.800 unità di personale previste, operano 2.900 agenti, con una carenza di circa 900 unità. È evidente che tutto questo ricade sulle spalle degli agenti, costretti a turni massacranti che arrivano alle 16/18 ore, disagio a cui si aggiunge l'impossibilità di poter fruire dei riposi e la messa in discussione della programmazione delle ferie. Non si può più andare avanti così". Così la Fp Cgil di Roma e Lazio, in un comunicato.
"Ma la notizia davvero straordinaria è che l'amministrazione è d'accordo con noi. Dice che ci è vicina, che comprende le cose che denunciamo, che capisce e, però, non può fare nulla. Siamo all'assurdo: chi deve risolvere dice di non poter risolvere, chi deve assumersi le responsabilità dice di non avere responsabilità. L'amministrazione mente sapendo di mentire. Non è solo questione di carenza di organico: c'è ben altro. C'è tutto un mondo che non si vuole toccare, un mondo di distaccati, agenti distolti dalle loro funzioni negli istituti che non vedono ormai da anni un carcere, che non svolgono un lavoro sicuramente importante ma che non è quello per cui sono stati assunti: l'agente di polizia penitenziaria, vigilando sui detenuti e garantendo, per tal verso, la sicurezza del Paese", continua la nota sindacale.
"Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenga come può e deve. Non se nel lavi le mani, spenda tutto il proprio peso politico per risolvere la questione. Noi continueremo a lottare per restituire dignità a chi lavora nelle carceri del Lazio, a cominciare dal 5 giugno con un sit-in di protesta, che si terrà nei pressi del carcere di Regina Coeli dalle ore 9 alle 15", conclude la Fp Cgil locale.