Il timore è quello di perdere il diritto di prelazione, se non subito anche in futuro. Per questo gli addetti del servizio mensa del Carcere di Trani hanno tenuto un sit-in, davanti alle porte del penitenziario, per chiedere immediate risposte alla vertenza regionale che li vede protagonisti, insieme a molti colleghi di altre città come Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Lucera, Taranto e Turi. Da oggi, infatti, questi lavoratori sono nei fatti disoccupati perché, con un cambio di appalto, sono stati licenziati il 31 marzo scorso dall’azienda uscente ma non ancora riassunti dall’ATI, associazione temporanea d’impresa, che svolgerà il servizio dal prossimo 5 aprile. Non solo, quando gli addetti firmeranno il nuovo contratto si troveranno di fronte alla perdita della continuità lavorativa, reddituale e previdenziale.
“Si tratta di un’anomalia, in quanto nei cambi di appalto bisogna garantire la continuità e, invece, in questo caso i lavoratori sono di fronte ad uno stop che non gioca affatto a loro vantaggio, oltre all’assenza del servizio mensa all’interno del carcere per quattro giorni. Siamo davanti a contraddizioni per le quali ci servono risposte immediate, sia da parte dell’azienda subentrante che della committenza, ovvero il Ministero dell’Interno”, commenta Tina Prasti, segretario generale Filcams Cgil Bat. “La continuità lavorativa, infatti, non può essere messa in discussione, così si pregiudica il futuro dei lavoratori anche al termine di questo appalto temporaneo di tre mesi: una nuova azienda potrebbe rivendicare il diritto di non assumere questi addetti che sono legati all’appalto da oltre 20 anni e che, dunque, resterebbero fuori”.
Per queste ragioni, davanti al carcere si è tenuta la manifestazione durante la quale si è appresa la notizia che domani, 2 aprile, si terrà un tavolo di confronto a Bari tra i sindacati, Filcams, Fisascat e Uiltucs, e l’ATI aggiudicataria del servizio di ristorazione nelle carceri pugliesi.