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Si è riunito il 9 ottobre a Modena, per la prima volta, il coordinamento dei delegati Fiom delle aziende del settore dei carburanti alternativi e degli impianti gpl-metano che vede impegnate le strutture Fiom di Cuneo, Reggio Emilia, Brescia, Vicenza, Bologna e Cesena, sui cui territori sono presenti stabilimenti delle due grandi multinazionali presenti in Italia e leader mondiali del settore: il gruppo Westport-Fuel System, già oggetto di fusione nel 2016, e il gruppo Landi Renzo.
Il coordinamento “ha espresso forte preoccupazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali degli stabilimenti e per il futuro del settore che attualmente occupa quasi 2.000 dipendenti con un indotto stimabile in altri 2.000 lavoratori”, si legge in una nota della Fiom, che ricorda come il settore “pur in assenza di sviluppo di ibrido ed elettrico”, rappresenti per l’Italia “una eccellenza da preservare. Il 13,4% delle nuove immatricolazioni – 200 mila veicoli ogni anno – ci pone al secondo posto tra i paesi europei per veicoli ad impianti con carburanti alternativi, gran parte dei quali proprio a gpl e metano, per un totale che ad oggi rappresenta oltre l’8% dei veicoli circolanti nel nostro paese (per un totale di oltre 3 milioni di veicoli)”.
Dopo la chiusura a luglio dello stabilimento Omvl di Padova del gruppo Westport-Fuel System con il licenziamento di 60 dipendenti, è arrivato l’annuncio del piano industriale del gruppo Landi Renzo che prevede 150 esuberi totali, 70 dei quali alla Lovato Gas di Vicenza per la quale è già stata aperta una procedura di mobilità e altri 79 esuberi derivanti dalla fusione per incorporazione della Aeb con la Landi Renzo spa. Il piano prevede inoltre la delocalizzazione delle produzioni in Iran, Polonia e India.
La Fiom ritiene “inaccettabile questo stillicidio di aziende del settore”, e aggiunge: “Siamo mobilitati ad ogni livello per coinvolgere il territorio e le istituzioni di Vicenza e Reggio Emilia affinché non vada lentamente disperso quello che rappresenta un vero e proprio patrimonio di competenze e saperi che colloca il nostro paese tra i leader mondiali del settore”.
“Al tempo stesso – conclude il sindacato – ribadiamo la necessità di un intervento del governo e l’apertura di un tavolo sul settore automobilistico che affronti le problematiche e le prospettive dell’automotive in modo complessivo, sia dal punto di vista industriale che da quello occupazionale, affinché il nostro paese sia attore protagonista delle grandi trasformazioni globali cui stiamo andando incontro piuttosto che soggetto passivo di un possibile smantellamento produttivo di settori industriali strategici, dove peraltro siamo leader mondiali, come quello dei motori a carburanti alternativi”.