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La befana arriva in anticipo al ministero dei beni culturali e c'è un sacco di carbone per il ministro Franceschini pronto ad essere consegnato questa mattina, 5 gennaio, insieme a circa 8mila cartoline, firmate dai turisti italiani e stranieri in 4 città d'arte italiane (Roma, Napoli, Venezia e Lecce) per chiedere al ministero di applicare il giusto contratto a questi lavoratori, ovvero il contratto collettivo nazionale di settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale. "Attualmente infatti - come spiega Ermira Behri, segretaria nazionale della Fillea Cgil, il sindacato che ha promosso l'iniziativa - a questi lavoratori, senza distinzione tra chi sta in laboratorio e chi un vero e proprio cantiere, viene applicato un contratto collettivo firmato da Ari (associazione restauratori italiani) e Ugl, che è estremamente svantaggioso e comporta una perdita di circa 300 euro al mese, oltre al venir meno della contrattazione territoriale e delle prestazioni degli enti bilaterali che invece spettano ai lavoratori ai quali è applicato il contratto dell'edilizia".
"Oltre a questo - continua Behri - il Mibact ha creato una commissione lavoro, sul nuovo codice degli appalti, al cui interno ci sono appunto Ari e Ugl, ma non i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che sono, naturalmente, quelli di gran lunga più rappresentativi". In questo modo, secondo la segretaria della Fillea Cgil, il ministero dei beni culturali contraddice "clamorosamente" le stesse indicazioni del ministero del Lavoro e anche i contenuti stessi del nuovo codice degli appalti, "che stabilisce - spiega Behri - che nei lavori oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale". Ecco perché la Fillea dice #MibactBattiUnColpo (questo l'hashtag scelto per la mobilitazione) e si prepara a consegnare firme e carbone al ministro.