La nuova legge contro il caporalato arriva a Rosarno, luogo simbolo dello sfruttamento nelle campagne del Meridione italiano. La presentazione ufficiale è arrivata oggi, 24 ottobre, alla presenza della segretaria generale della Flai Cgil Ivana Galli, e del ministro delle politiche agricole.  

"Siamo partiti da Rosarno, luogo simbolo per raccontare diritti negati, con il Ministro Martina nel febbraio 2015, quando avevamo detto 'Legalità - Diritti – Dignità, da Rosarno si può' per sconfiggere forme di sfruttamento che colpiscono il mercato del lavoro agricolo e oggi torniamo a Rosarno con la promessa mantenuta che qualcosa è cambiato", ha dichiarato Ivana Galli.

Con il nuovo intervento normativo approvato definitivamente il 18 ottobre scorso, in effetti, si stabiliscono strumenti penali per la lotta al caporalato come la confisca dei beni, l'arresto in flagranza, l'estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato anche introdotto l'allargamento del reato anche attraverso l'eliminazione della violenza come elemento necessario e che rendeva più complessa l'applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, il controllo giudiziario sull'azienda che consentirà di non interrompere l'attività agricola e la semplificazione degli indici di sfruttamento.

Quella presentata in Calabria è quindi, per la segretaria Flai, "una legge storica, frutto di anni di mobilitazione, che è la risposta dello Stato al degrado dei diritti e delle persone”. Lo Stato, con questa norma, “si è riappropriato del suo ruolo ed ha ristabilito il principio della legalità e dei diritti nelle campagne. Non sono stati colpiti tutti gli agricoltori, ma chi farà intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e sottoporrà i lavoratori e lavoratrici a trattamenti degradanti. Questa legge è una grande sfida per tutti noi”. 

“Abbiamo finalmente degli strumenti che potremo agire nel contrasto allo sfruttamento, al lavoro nero ed al caporalato – ha concluso Galli -. Questa è una legge rende giustizia ai tanti di cui non sapremo mai i nomi e a Mohammed, Arcangelo, Paola, Zakaria, Ioan, Salif".

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Per il migrante ignoto
A.Mastrandrea