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“Due nazioni, unica tutela”. È lo slogan scelto dalla Flai Cgil per la presentazione avvenuta stamani (venerdì 7 luglio) a Bari, presso la Sala Trulli della Cgil regionale (in via Calace 4), dell’intesa di cooperazione tra la Federazione dei lavoratori agricoli della Cgil pugliese con il sindacato Fratia, il più rappresentativo del paese balcanico, in concorso con l’ambasciata di Romania e il Consolato rumeno in Puglia. Tra le comunità straniere presenti in Puglia, quella romena è la più numerosa: circa 35 mila uomini e donne, di cui 17.300 lavoratori (censiti negli elenchi Inps) impiegati in agricoltura. Oggetto dell’intesa la collaborazione sia per una maggiore tutela dei lavoratori sia per l’adozione di strumenti atti a contrastare i fenomeni dello sfruttamento e del caporalato.
“Quest’intesa nasce dall’accordo siglato l’8 giugno 2016 dalla Flai nazionale con il sindacato romeno, sia con la Confederazione sia con la Federazione dell’agricoltura” ha spiegato Pietro Ruffolo, responsabile dell’Area Politiche internazionali della Flai Cgil nazionale: “I romeni in Italia sono 1 milione 250 mila, e di questi 115 mila lavorano nei campi, soprattutto nelle regioni meridionali. Il numero così alto ci ha quindi spinto a tenere in considerazione le loro esigenze di tutela, in particolare dallo sfruttamento intensivo di cui sono oggetto”. Ruffolo ha anche precisato che "quella pugliese non è una campagna episodica, ma viene dopo gli impegni in Sicilia e in Campania".
L’accordo si articola in una serie di azioni, incentrate nelle province di Taranto, Foggia e Bat (Barletta, Andria e Trani), che vanno dalla diffusione di materiale informativo bilingue, contenente tutte le indicazioni sui diritti dei lavoratori, ad assemblee nei luoghi di lavori e nelle sale messe a disposizione dai vari Comuni. “Con l’Ambasciata di Romania – conclude Ruffolo – stiamo anche predisponendo un protocollo, che dovremmo firmare in settembre, per l’istituzione presso le nostre sedi di ‘info-point’ specificamente dedicati ai lavoratori romeni, con personale messo a disposizione anche direttamente dall’Ambasciata”.
“La nostra azione di tutela si rivolge a tutti i lavoratori, di qualunque provenienza e nazionalità. E soprattutto mira a difendere chi per condizioni di debolezza è spesso costretto ad accettare condizioni di sottosalario e sfruttamento. Aiutando loro si sconfigge un dumping sociale che colpisce tutti i lavoratori”. E’ quanto ha affermato il segretario generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo, incontrando prima della conferenza la delegazione del sindacato rumeno Fratìa presente a Bari: “Siamo felici di questa collaborazione perché crediamo che per questi lavoratori sia importante vedere un impegno congiunto nostro e del sindacato del loro paese, accresce la forza nel denunciare le condizioni di sfruttamento e la fiducia nella nostra organizzazione sindacale che li rappresenta e che da anni è impegnata sul versante dei diritti dei lavoratori stranieri. I più colpiti da un sistema che alimenta economie illegali sulla pelle e la fatica di questi uomini e queste donne”.
Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Puglia, ha rimarcato le tante attività che la categoria mette in atto in favore di tutti i lavoratori. "Anche in questa stagione estiva - ha detto - saremo in giro nel nostro impegno di sindacato di strada, due mesi di attività che abbiamo chiamato ‘Ancora in campo’. Saremo in provincia di Foggia e nel leccese a incontrare i lavoratori. Ma non ci limiteremo alla solita azione di denuncia: pretendiamo che sulla scorta dei protocolli, della legge 199, le istituzioni diano risposte. Lo pretendiamo dalla Regione, dalle Prefetture, dagli Ispettorati”.
Come si diceva, sono circa 35 mila i rumeni residenti in Puglia, e oltre 17 mila sono impiegati in agricoltura. Rappresentano il 74 per cento dei lavoratori comunitari presenti negli elenchi degli operai agricoli; di questi, il 64 per cento sono uomini e il restante 36 donne. Risulta molto complicato avere un dato certo sui lavoratori rumeni che vengono impiegati senza contratto di lavoro sul territorio pugliese: le stime parlano di almeno 3 mila lavoratrici e lavoratori rumeni che sfuggono alle normali regole del mercato del lavoro.
Presente alla due giorni di assemblee nel tarantino e nella provincia della Bat, e alla conferenza stampa di Bari, anche il presidente nazionale di Fratìa, Leonard Barascu. “Collaboriamo da anni a livello europeo con la Cgil, ora abbiamo cominciato questa attività operativa e siamo molto soddisfatti dei primi risultati" ha spiegato: "Questo ponte è cominciato con l’attività di informazione fatta in Romania, presso le stazioni dei pullman o negli aeroporti da dove partono per venire in Italia, e prosegue ora con chi nel vostro paese già vive. Va detto, inoltre, che la maggior parte dei lavoratori proviene da regioni poverissime della Romania, come Moldova e Transilvania. E quello che guadagnano qui, lavorando in nero, è molto di più di quanto potrebbero aspirare ad avere come retribuzione nel nostro paese”.
Un fenomeno non solo italiano, ha ricordato Vasile Stroe, presidente del sindacato rumeno Agro-Fratìa. “Per questo servirebbero strategie e politiche a livello comunitario" ha concluso: "Anche perché la nostra controparte è veloce ad adattarsi e trovare scorciatoie anche in presenze di norme più restrittive. Ciò che è importante è che sta cambiando anche l’attenzione del nostro governo verso i lavoratori romeni che vivono e lavorano qui in Italia”.