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"Ieri abbiamo commentato l’arresto di quattro caporali a Villa Castelli, nel brindisino. Oggi sempre nella stessa provincia altri tre arresti. Assodato che il caporalato esiste, è diffuso, sfrutta e schiavizza uomini e donne, italiani e stranieri - se ne facciano una ragione i detrattori della legge 199 - ci chiediamo: davvero Regione Puglia e associazioni datoriali non avvertono l’urgenza di fare qualcosa contro un fenomeno che sottrae risorse alla collettività e fa dumping ai danni di quelle aziende che scelgono di operare rispettando le leggi?" È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.
"Come si fa a restare silenti e non avvertire nelle sedi istituzionali l’urgenza di convocare un tavolo con le parti sociali - domani, non un giorno più tardi -, per far fronte a un fenomeno che con l’avanzare dell’estate non potrà che acuirsi? E guai a parlare di emergenza, di emergenziale non c’è nulla. Conosciamo i fenomeni, li denunciamo da anni, come Cgil abbiamo avanzato proposte concrete, indicato canali di finanziamento regionali per potenziare trasporti, per dare un ruolo ai centri per l’impiego nell’incontro di domanda e offerta di lavoro agricolo, nell’allestire centri di accoglienza per gli stagionali che si spostano a migliaia in Puglia nel periodo della raccolta del pomodoro. Nel ringraziare le forze dell’ordine per l’azione di contrasto che stanno compiendo, crediamo che sarebbe sbagliato affidare solo all’aspetto repressivo la soluzione del fenomeno, e molto può e deve fare la politica e il mondo delle imprese. Di certo, l’unica cosa che non è utile e non è comprensibile è questo silenzio", conclude il dirigente sindacale.