“In un momento difficile e delicato come quello che stanno vivendo le lavoratrici e i lavoratori di Capgemini, azienda che ha disdettato tutta la contrattazione integrativa, sarebbe opportuno e intelligente evitare spericolate strumentalizzazioni”. Ad affermarlo in una nota è Fabrizio Potetti, responsabile per la Fiom-Cgil di Capgemini.
“Per rispondere ad un'accusa così grave e che in ogni caso non sarebbe stata riconducibile a nessun livello dell’organizzazione – continua Potetti - abbiamo voluto ascoltare testimonianze dirette e incontrovertibili che hanno fermamente smentito l’aggressione e che sono disponibili a dichiararlo in qualsiasi sede”.
“Ci spiace constatare, invece, che da giorni, con comunicati riportanti affermazioni non veritiere, si stia alimentando quel clima che ipocritamente si denuncia – prosegue il responsabile Fiom - Infatti, 5 dei 10 delegati che non hanno firmato l’intesa peggiorativa dei diritti e del salario dei lavoratori in Capgemini sono della Fiom-Cgil, affiancati anche da due delegati della Uilm. Inoltre, all’assemblea in cui si sarebbe svolto l’episodio citato, ha partecipato un delegato della stessa Fim, il quale è intervenuto più volte ed è stato ringraziato per aver esposto le ragioni dei firmatari dell’accordo”.
“Infine – prosegue Potetti - non corrisponde al vero neanche che la Fiom, come riportato in altri comunicati della Fim, abbia abbandonato il tavolo di trattativa e rinunciato a svolgere un ruolo contrattuale. È accaduto esattamente il contrario: la Fiom è rimasta attiva nel confronto fino all’ultimo, mentre sono state la Fim e il Fismic a chiederne l’esclusione all’Unione industriali di Roma e alla stessa azienda (che non hanno accettato quella che era palesemente una forzatura), in quanto, secondo loro, non firmataria dell’accordo in deroga peggiorativo delle condizioni dei lavoratori”.
“In questa vicenda qualcosa di ignobile è sicuramente accaduto – conclude il sindacalista della Fiom - e cioè la strumentalizzazione di un episodio ancora da chiarire e il bisogno disperato della Fim di spostare l’attenzione da un accordo pessimo. Quando il merito contrattuale è debole e quando debole è anche la coerenza con i fatti accaduti, si cerca di alzare un polverone per fuggire dalle proprie responsabilità. Invece di far diventare un confronto verbale un'aggressione, ci si dovrebbe interrogare sulla gestione di una trattativa così complessa”.
Capgemini: Potetti (Fiom), smentita aggressione delegato Fim
18 marzo 2014 • 00:00