"Apprendiamo dalla stampa, direttamente dalle dichiarazioni dell’ad di Candy Hoover Group, Beppe Fumagalli, che il gruppo ha superato il miliardo di fatturato, ha sottoscritto un importantissimo accordo commerciale per la rete di vendita cinese con Hefei Meiling, leader cinese nel mercato dei grandi elettrodomestici, e ha sottoscritto un aumento di capitale di 70 milioni per finanziare la crescita del gruppo. Siamo positivamente colpiti da questa crescita e ottimisti verso il futuro del gruppo Candy Hoover". Lo afferma, in una nota, la Fiom di Monza e Brianza.
"Vorremmo però far notare - prosegue il sindacato - che la sola casa italiana a difendere il comparto è sempre meno italiana, ed è sempre meno brianzola. Nonostante la crescita l’azienda in Italia continua a dichiarare un esubero nello stabilimento di Brugherio di circa 300 unità, più di metà della forza lavoro diretta in produzione. Nonostante i numeri del gruppo, una crescita di fatturato a due cifre, nello stabilimento di Brugherio si lavora quattro ore due/tre giorni a settimana, con conseguente drastica riduzione del salario per le lavoratrici e i lavoratori. Nonostante tutto, l’attenzione della proprietà va allo stabilimento cinese e, solo le “briciole” in Italia, a Brugherio".
Ha dichiarato il segretario generale della Fiom Cgil Monza e Brianza, Angela Mondellini: “ Sul sito di Brugherio rimangono confermati circa 300 esuberi, nonostante la disponibilità del sindacato a discutere modalità di recupero di produttività nel sito italiano”. Prosegue Paolo Mancini, coordinatore Fiom della Rsu Candy Hoover:” Siamo consapevoli di quanto la competizione globalizzata sia agguerrita, ma crediamo che si possa ancora produrre elettrodomestici nel nostro paese, puntando sull’innovazione e sulla tecnologia.” Siamo convinti che il Gruppo debba investire più risorse sul sito di Brugherio, dove si sono sviluppate competenze e esperienze fondamentali per questa ripresa. Sarebbe un errore formidabile, e imperdonabile, da parte della famiglia Fumagalli continuare a puntare l’attenzione solo sugli stabilimenti esteri, dimenticando il nostro Paese e le quasi mille persone che il gruppo occupa a Brugherio.