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“I nuovi dati economici sono in leggerissimo miglioramento, ma sono perlopiù il frutto di cambiamenti a livello internazionale che hanno determinato la ripresa. La cosa davvero importante, adesso, è non cullarsi nell’idea che il paese abbia così risolto i suoi problemi strutturali”. A dirlo è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo stamani alla trasmissione “Agorà”, andata in onda su Rai Tre. A questo miglioramento, ha aggiunto, “abbiamo contributo anche noi con i rinnovi dei contratti collettivi nazionali e con la conseguente redistribuzione del reddito. Rimane molto forte, però, la distanza tra quanto il paese ha perso e quanto ha ora”.
La disoccupazione, comunque, rimane il vero fattore dirimente. “Sarà il fattore disoccupazione a dirci se andiamo verso una vera crescita o se continuiamo a barcamenarci dentro una crisi infinita” spiega Camusso. La ripresa dell’occupazione, continua la leader sindacale, è “un segnale positivo, ma anche qui la distanza tra i dati e un vero cambiamento è notevole. Mi preme sottolineare come la disoccupazione giovanile continui a essere il grande dramma del nostro paese: i numeri in ripresa, ad esempio, hanno dentro troppi pochi giovani. Si devono riportare i giovani, e la loro modernità, nel mondo del lavoro”. Ma per farlo occorre affrontare in modo deciso “il nodo degli investimenti, perché senza investimenti è impossibile intervenire sui tre milioni di disoccupati, e tra questi tanti sono di lunga durata, che abbiamo ora in Italia”.
La segretaria generale Cgil è anche intervenuta sulla questione immigrazione. “L’Europa sta facendo troppo poco per affrontare il dramma dei migranti” ha detto Camusso, ricordando che il nostro paese “non ha una legge organica sul diritto d’asilo”. Per Camusso, inoltre, è necessario “risolvere i conflitti, perché quella è la parte di mondo cui noi guardiamo”, ma anche perché “le grandi migrazioni saranno il cambiamento del futuro”.
L’ultima parte dell’intervista televisiva è stata dedicata al progetto di “coalizione sociale” lanciato dal segretario generale Fiom Maurizio Landini. “Le elezioni regionali – ha spiegato – hanno dimostrato che c’è tutto un mondo che oggi non si sente rappresentato, certamente non dal Partito Democratico e non sul versante del lavoro. C’è quindi spazio per un grande partito socialdemocratico”. Riguardo specificatamente la scelta di Landini, secondo Camusso il segretario Fiom “deve scegliere tra due ruoli che diventano inevitabilmente contradditori, perché un conto è la rappresentanza del lavoro e un conto è la rappresentanza politica”.