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“La Confederazione sindacale internazionale (Csi) che vogliamo ha regole condivise, che rispecchiano principi e valori democratici e di solidarietà. Regole che tutti quanti dobbiamo sempre rispettare, a prescindere dal ruolo, dalla posizione e dall’interesse personale”. Esordisce così il leader della Cgil Susanna Camusso, candidato segretario generale del sindacato mondiale, che fino a venerdì 7 dicembre sarà riunito in congresso a Copenaghen, appunto per eleggere il nuovo numero uno, in uno scritto nel quale spiega le motivazioni della sua candidatura e la direzione che intende far assumere all’organizzazione.
Ogni prospettiva di crescita della Csi non può che realizzarsi “nell’attuare coerentemente i princìpi e valori fondanti: equità, partecipazione, solidarietà, trasparenza, democrazia”. Camusso rileva che “molti affiliati in questi anni hanno richiesto al Segretariato maggiore ascolto e maggiore condivisione”: da qui la necessità di “favorire le occasioni di confronto, di analisi e di contenuto, dai temi più prettamente politico-sindacali a quelli gestionali, dall’identificazione dei paesi a rischio alle strategie di comunicazione, dalle alleanze da privilegiare ai rapporti con le agenzie e organizzazioni internazionali”.
Il segretario Cgil sottolinea che “il percorso congressuale, che stiamo affrontando con grande passione, purtroppo ha messo in evidenza lacune nei regolamenti e nell’organizzazione, che lasciano spazio a comportamenti discrezionali che fanno male” a tutta la Csi. Lacune che “non permettono la piena partecipazione, producono confusione e incertezza, trasformano il dibattito e la dialettica dai contenuti agli schieramenti contrapposti e agli attacchi personali, riducono gli spazi di costruzione del consenso nel rispetto delle diversità di posizioni e opinioni”.
Vi è quindi l’urgenza “di rivedere il nostro sistema di regole, per migliorarne l’impianto e il nostro modo di funzionare, favorendo e rispondendo positivamente alla domanda di partecipazione e di discussione”. Una domanda che è rimasta inevasa, visto che invece “si è optato per un restringimento e un congelamento di questo percorso, affidandosi alla sintesi del vertice, con un approccio difensivo, più burocratico che politico”.
L’aspetto che più preoccupa Susanna Camusso “è dato dalla gestione della campagna per le candidature, senza regole interne, tutto lasciato al mero arbitrio di chi occupa il Segretariato, nonostante siano state comunicate richieste formali e proposte concrete per poter realizzare e svolgere la campagna congressuale in condizioni di equità”. Si è dunque prodotto “un vuoto”, che sta generando “comportamenti scorretti e incomprensibili per un’organizzazione come la Csi”.
Camusso evidenzia che fa male “sapere che l’accesso alle informazioni sensibili e necessarie per poter gestire la fase delle candidature al Congresso sia a uso di una sola parte e non all’altra”, oppure assistere “a incontri dove il personale della Csi fa uso del proprio ruolo per promuovere e condizionare la scelta di voto, anziché offrire una corretta informazione come dovrebbe essere", o ancora “sapere che non sia stato ritenuto necessario condividere tra le parti scese in campo le situazioni di criticità e di difficoltà economiche o di rilascio dei visti d’ingresso per quelle affiliate che hanno bisogno di assistenza e solidarietà concreta, a garanzia che non vi siano discriminazioni o favoritismi di alcun tipo”.
Servono “regole chiare e trasparenti per garantire la segretezza del voto”, illustra Camusso, sollecitando a “migliorare la procedura di voto”. In conclusione, il candidato segretario generale della Csi rimarca che “regole e democrazia interna non sono un optional e non sono di parte: sono un diritto/dovere di tutta l’organizzazione. Quando si evidenziano lacune o vuoti normativi è responsabilità di tutti, e per l’interesse di tutti, denunciarlo e fare proposte di soluzione. Com’è responsabilità di chi è eletto dare risposte e garantire il massimo di garanzia democratica per il bene dell’organizzazione”.