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Il Jobs Act non crea nuovi posti di lavoro. La posizione della segretaria generale Cgil sulla “grande riforma” del governo Renzi è nettissima: “I dati Istat dicono che il tasso è zero. È una finzione dire che una norma produce posti di lavoro, semmai può distruggerli ma non crearli. Non si crea lavoro con la riforma”. Lo ha detto ieri (domenica 12 aprile) a Tgcom24, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, definendo il Jobs Act come uno “specchietto per le allodole”. Per Camusso “riduce i diritti, si investe sul rendere i lavoratori più ricattabili, una via di competizione al ribasso. È il secondo governo che interviene sullo Statuto dei lavoratori, ma la disoccupazione resta significativa. Non è vero che diminuire le tutele aumenta l’occupazione”. La segretaria generale, infine, sottolinea anche che nel provvedimento “non c’è l’abolizione delle perverse forme di precarietà, il grande annuncio non è stato rispettato”.
Nell’intervista realizzata da Tgcom24 si è anche parlato dell’iniziativa politica assunta dal leader della Fiom Cgil. I rapporti con Maurizio Landini, ha detto Camusso, sono “come sempre dialettici, in qualche caso conflittuali e in altri casi no”. Riguardo il suo progetto di “coalizione sociale”, per la segretaria generale Cgil è “una domanda di politica giusta, cui la Fiom dà la risposta sbagliata”. Secondo Camusso, infatti, “c’è una domanda di politica e di lavoro come riferimento, ma questa necessità deve avere una risposta da parte della politica, non diventare l'ambiguità di cosa fa il sindacato. Bisogna scegliere che gioco si vuole giocare. L’esperienza ci dice che sostituendoci alla politica facciamo male quello che dobbiamo fare”.