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È passata oggi ad Aosta la campagna referendaria della Cgil #Con2Sì, per l'abolizione dei voucher e sul ripristino della solidarietà negli appalti. Un tour elettorale che continua a toccare molte città d'Italia, da nord a sud perché la battaglia per restituire dignità al lavoro non è ancora finita.
Il segretario generale, Susanna Camusso, ha parlato in mattinata nell'incontro con i cittadini di Aosta nel quartiere Cogne. “Abbiamo scelto di continuare la nostra mobilitazione perché chiediamo al governo di rispondere ai quesiti referendari, un decreto legge non è sufficiente. I referendum sono uno strumento di sostegno ad una nuova regolazione, abbiamo infatti presentato una proposta di legge, la Carta dei diritti universali del lavoro, da poco incardinata alla commissione Lavoro della Camera. Chiediamo che inizi la discussione, perché il nostro paese ha continuato negli anni a scendere la scala del lavoro ampliandone la precarietà, e se non si cambia l'Italia non riuscirà ad investire nel futuro. Bisogna invertire questa situazione”.
La giornata è proseguita con l'incontro di Camusso al Centro degli anziani per l'autogestione dove si è parlato del tema della previdenza sociale, per continuare con un'assemblea dei lavoratori dell'Ausl all'ospedale regionale, dove si è toccato il tema del contratto del comparto unico. Nel pomeriggio spazio ai giovani, agli studenti e ai precari al convitto regionale Federico Chabod dove il tema dei voucher è ritornato dominante.
“Non si può dire che bisogna vivere di lavoro occasionale – ha continuato –, in questa stagione è stato fatto passare per lavoro occasionale lavoro che invece era strutturato. È stata fatta passare per lavoro occasionale la scelta di non ampliare gli organici nelle grandi aziende. Bisogna uscire dall'allarme che stiamo sentendo in queste ore sui voucher, come se prima non ci fosse stato nessun altro strumento. Fino a tre anni fa il tema non si proponeva e le attività stagionali ed economiche c'erano”. Se si ha un rapporto di lavoro con un impresa, ha osservato, "ci deve essere un contratto, è preoccupante l'idea che il lavoro sia l'equivalente di un pacchetto da comprare che poi lo si butta via”.
"Se non viene convertito in legge entro 60 giorni, un decreto sparisce nel nulla: da questo punto di vista, saremo un po' sospettosi, visto che non abbiamo visto grande slancio pro-lavoro in questi anni attendiamo che ci sia la trasformazione in legge". Così, a margine degli incontri, il segretario ha poi illustrato la situazione attuale alle agenzie di stampa. "La seconda ragione per cui non smobilitiamo - inoltre - è che il nostro obiettivo non era solo abrogare delle cose ma costruire la Carta dei diritti".
La tappa ad Aosta si è poi conclusa con un incontro delle asociazioni del territorio all'Espace Populaire, per proseguire domani in Piemonte.
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Il decreto del governo | I commenti