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"Nella vicenda di Mirafiori la Cgil si esprime contro l’accordo sottoscritto non solo perché mette in discussione le condizioni di lavoro, i tempi, le pause, i ritmi. La vicenda riguarda tutti perché mette in discussione la libertà dei lavoratori di decidere se e come è possibile essere rappresentati. Nel modello Marchionne la rappresentanza collettiva diventa un ostacolo".
In un breve, applauditissimo, intervento al XXVI congresso della Fnsi, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha sottolineato come sia un errore attaccare le libertà e la rappresentanza dei lavoratori "che sono uno strumento fondamentale di democrazia, anche perché il cambiamento e l’innovazione non possono essere incompatibili con i diritti e le tutele sindacali".
Accennando al referendum a Mirafiori, Camusso ha rilevato come "non si possa caricare sulle spalle dei lavoratori la responsabilità di far passare nel nostro paese un modello autoritario che avrebbe poi conseguente pesanti per l’insieme della collettività. E le dichiarazioni del presidente del Consiglio dimostrano che egli dirige altro rispetto al paese e che non è stato certo un caso che il governo abbia attaccato sistematicamente i diritti dei lavoratori".
"È anche per questo - ha aggiunto - che centinaia di migliaia di precari si trovano di fronte alla scadenza del 23 gennaio entro la quale possono far valere i loro diritti davanti al giudice. Una decisione difficile tra la speranza di un lavoro e il timore che questo lavoro precario non venga confermato. Una scelta difficile proprio come quella dei lavoratori di Mirafiori". Camusso ha ricordato il dramma dei tanti giornalisti precari sottolineando che nell’attuale crisi "non è vero che la precarietà fa crescere il paese. È vero il contrario".