"Finché nel nostro Paese non verrà contrastata in modo serio la sottocultura del lavoro nero e della precarietà, temo che i progressi compiuti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori saranno solo estemporanei, e che verranno seguiti da altrettanti passi indietro. Il che del resto sta già avvenendo con la ripresa degli infortuni sul lavoro". Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al quotidiano La Repubblica.

"Lavoro nero e precariato, mi domando - continua Camusso - : cosa si sta facendo per contrastare questi due fenomeni? Il primo cresce e non lo si combatte: eppure si potrebbero per esempio controllare i consumi elettrici per verificare in una certa località l'esistenza di una attività produttiva nascosta. Quanto al precariato, tra voucher e finte partite Iva, c'e' addirittura la tendenza a favorirlo. E quando prevale la cultura della precarietà, possiamo dire addio alla formazione". La salute e sicurezza, avverte, "non sono più da tempo la prima voce della contrattazione e lo devono ridiventare. Con l'indicazione nei contratti degli investimenti da fare e della formazione da offrire. Guai ad abbassare la guardia, lo dico anche in Cgil".