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Da Ventimiglia a Corleone. Dallo studente al pensionato. Non si finisce mai di imparare, grazie ai campi della legalità, partiti come ogni anno in questo mese di luglio (salvo rare eccezioni, come a Corleone – 26 aprile – e a Polistena, Isola di Capo Rizzuto e Mesagne – 29 giugno) e che per questa edizione 2015 hanno visto intensificarsi anche nella fase preparatoria i rapporti tra lo Spi, l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti. “Attraverso i campi viene data concretezza al contrasto all'illegalità – spiega Lucia Rossi, della segreteria nazionale Spi –. Si tratta per noi di un’iniziativa importante, tramite la quale, soprattutto in virtù dell'incontro tra generazioni diverse, vengono trasmessi esperienze e valori e condivisi momenti di enorme interesse”.
Anziani e giovani hanno l'occasione di conoscersi, di lavorare fianco a fianco per un obiettivo comune. “I campi di lavoro che si svolgono l'estate sono preceduti da un lavoro costante dello Spi, che dura tutto l’anno, all'interno delle scuole”. Nulla nasce dal caso: “Durante i giorni del campo – prosegue la sindacalista – si crea complicità, tutti ricevono qualcosa: i giovani ascoltano le storie di lotte, di lavoro, di giustizia, facendo tesoro delle esperienze del passato direttamente dalla voce dei protagonisti. Gli anziani, invece, si sentono attivi e protagonisti”.
Anche perché durante il periodo dei campi, la mattina si svolgono attività concrete (assistenza ai migranti, lavoro nei terreni confiscati alle mafie ecc.), mentre nel pomeriggio viene dato spazio a incontri di vario tipo. Non solo antimafia, ma anche sindacato, lavoro e, grazie anche al contributo dei giovani dell'Udu e della Rete degli studenti, scuola, università e diritti. “Si parte dell'antimafia – spiega ancora Rossi – e da questo tema si generano inevitabilmente discussioni diverse sugli argomenti più svariati”.
Anche le associazioni degli studenti sono d'accordo con l’impostazione data dal sindacato dei pensionati: una sintonia testimoniata dal protocollo di intesa firmato da entrambe le parti lo scorso anno: “Abbiamo tanti temi politici in comune con lo Spi – racconta Alberto Irone, della Rete degli studenti, molto attiva nel lavoro dei campi, e pure sul versante della formazione –. Si tratta di un sindacato di lotta e di memoria, che difende alcuni valori per noi fondamentali: la difesa della Costituzione, la contrattazione sociale e la richiesta di diritti, l'importanza di spazi di aggregazione e condivisione”.
Quest'anno la Rete degli studenti ha inviato oltre 40 studenti e dirigenti territoriali, tra i 15 e i 18 anni, nei vari “fronti” di lotta all'illegalità, sia per partecipare sia per formare altri giovani. Insomma, l'unione tra chi non lavora più e chi ancora deve cominciare a inserirsi nel mercato del lavoro sta dando, da due anni a questa parte, parecchi frutti. Alcuni persino inaspettati: “Di solito anziani e giovani si incontrano solo all'interno della famiglia – continua Irone –, nei campi invece si crea una sorta di cerniera tra generazioni che sovverte questo schema e rende tutti più ricchi interiormente e solidali”. Come a Ventimiglia e a Parete, dove a essere aiutati sono i migranti: “È importante questo aspetto trasversale del nostro impegno – sottolinea Irone –, perché ci forma in maniera più completa”.
Sulla stessa lunghezza d’onda del dirigente della Rete, Gianluca Scuccimarra, dell'Udu: “La legalità va promossa all'interno del percorso di istruzione – dice –, questi campi per noi sono come un passaggio di consegne, che influenzerà le nostre scelte per tutta la vita”. Per il rappresentante dell'Unione degli universitari – firmataria, al pari della Rete degli studenti, del protocollo d’intesa con lo Spi – l'importante è creare ponti tra generazioni diverse, ma anche tra gli stessi giovani, portatori di esperienze le più diverse lungo tutto l’arco della penisola. “I temi di cui si discute ogni anno nei campi della legalità hanno un’importante capacità unificante – conclude Scuccimarra –. Non è un caso che la nostra associazione sia nata proprio dall'incontro di diverse realtà di studenti antimafia operanti in buona parte del paese”.