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In Campania la presenza di medici obiettori sfiora l'82 per cento. Su 151 consultori presenti nella regione, solo 13 inviano dati al ministero della Salute. È quanto emerge da un'indagine sul funzionamento dei consultori in Campania, con la quale, in vista del cinquantenario dalla promulgazione della legge 194, la Cgil regionale celebra l'8 Marzo e coglie l'occasione per lanciare una parola d’ordine, con relativo hashtag, per una importante campagna di informazione e sensibilizzazione: #liberoaccesso. I risultati del monitoraggio sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil, Giuseppe Spadaro, segretario generale Cgil Campania, Ileana Remini, segretaria regionale Cgil, e Michela Aprea, responsabile dipartimento nuovi diritti Cgil regionale.
Attraverso la campagna, la Cgil chiede che il consultorio "resti uno spazio fruibile gratuitamente a tutte e tutti, indipendentemente dall’età e dalle condizioni reddituali", che la contraccezione "sia gratuita e accessibile a tutte e tutti, per il contrasto delle malattie sessualmente trasmissibili e l’esercizio di una procreazione responsabile e voluta", che "il diritto all’interruzione di gravidanza sia garantito e possa essere esercitato in libertà", che la "medicina territoriale possa essere fruibile da tutte e tutti, senza distinzioni tra aree interne e grandi agglomerati urbani".
"I consultori sono spesso relegati in strutture fatiscenti, spesso poco raggiungibili. Vogliamo chiedere al presidente della Regione Vincenzo De Luca di assumere impegni concreti per la valorizzazione e il potenziamento dei consultori", spiega Ileana Remini. Basandosi su un campione di 500 persone, la ricerca ha accertato che ai consultori si rivolge l'81 per cento di donne e il 18 per cento di uomini. La fascia di età più corposa va dagli 11 ai 29 anni e rappresenta circa il 60 per cento dell'utenza.