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Il grande scrittore Andrea Camilleri è morto oggi, 17 luglio, all'ospedale Santo Spirito di Roma, dove era ricoverato da tempo. "Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali - si legge nel bollettino dell'ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio".
"La scomparsa di Camilleri lascia un grande vuoto di passione civile". Questo il commento, a caldo, del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. "La sua vita e il lavoro - ricorda il leader sindacale - sono sempre stati testimonianza di impegno e insegnamento oltre che di arte. Con i suoi libri, le sue parole e attraverso la Sicilia, ha raccontato l’Italia della gente per bene che crede nel lavoro, nella solidarietà, nell’impegno e anche l’altra faccia della medaglia alla quale però ci ha sempre spinto a non arrenderci, a reagire, a non tacere".
Landini ricorda che "con Camilleri nel 2011 la Cgil aveva organizzato 'La Notte tricolore, notte di storia, notte di festa' per i 150 anni dell’Unità di Italia, e in quell’occasione aveva partecipato a un confronto dal titolo 'Il lavoro salverà l’Italia'. Noi siamo davvero convinti che sia così, che il lavoro sia la strada per il riscatto, l’emancipazione, la realizzazione di ogni individuo e della giustizia sociale". “Alla famiglia e ai suoi cari - conclude Landini - esprimo il cordoglio e la vicinanza di tutta la Cgil”.
Anche dalla "sua" Sicilia arrivano messaggi e note di cordoglio, che evidenziano il legame profondo e l'affetto del sindacato per lo scrittore scomparso. “La morte di Andrea Camilleri lascia un vuoto nel mondo della cultura, in Sicilia, nella testa e nel cuore di chi lo ha seguito cogliendone l’inventiva, la profondità dietro ogni suo scritto, la capacità di analisi e di ricerca, il tocco leggero dell’ironia con cui ha disvelato scenari, disegnato tipi, letto questa nostra terra”: così il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che aggiunge: “Oggi siamo più soli ma consapevoli della necessità di dovere continuare a esprimere il meglio di noi stessi e del nostro impegno per il riscatto della Sicilia. Come ha fatto Camilleri mettendo in gioco il suo grande valore di uomo e di uno scrittore grande che ha colto l’essenza di questa terra”.
“Camilleri ha incarnato la voglia di riscatto del popolo siciliano e nei suoi scritti è riuscito a rappresentare il lavoro nella sua forma più profonda, come elemento di dignità e di emancipazione dell'uomo – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo -. E' stato fonte di verità quando ha parlato del dramma della perdita del lavoro, in un contesto di occupazione scarsa e precaria come quella siciliana, ed è riuscito a mettere al centro sempre i diritti dei lavoratori, con la sua speciale capacità di indagine dei risvolti psicologici dell'individuo e del sociale. Lui stesso, è stato un maestro del lavoro, un esempio di grandezza e passione civile, e il lavoro ha contributo a crearlo per gli altri sul set e nella vita vera, donando ai tanti che l'hanno affiancato la possibilità di partecipare, grazie a i suoi romanzi, alla sua creatività, alla sua fantasia, al processo di crescita e di sviluppo di un'intera collettività. Quello che hai costruito non si disperderà. Ciao Andrea, rimarranno sempre i tuoi scritti e i tuoi romanzi, da cui sono state tratte le innumerevoli fiction che hanno entusiasmato tutti”.
Cordoglio è espresso anche dal segretario della Slc Cgil di Palermo, Maurizio Rosso, coordinatore della produzione culturale Slc Cgil Sicilia: “La morte di Andrea Camilleri lascia un vuoto incolmabile nella letteratura, nel cinema, nel teatro e nel mondo intero. Il suo percorso ha lasciato un segno indelebile nella cultura contemporanea – dichiara - Nel suo racconto le aporie della vita quotidiana diventavano luoghi naturali, ombre di possibili soluzioni che molto spesso si intravedevano nei suoi scritti. Grazie per essere stato un impiegato della scrittura, come tu stesso ti sei definito. Addio a un artista unico che con la sua indagine filosofica ha messo l'accento sul significato del significare. Grazie maestro”.
Nato a Porto Empedocle nel 1925, regista teatrale, sceneggiatore, scrittore di successo, Camilleri è stato, ed è, uno degli autori italiani maggiormente riconosciuti in Italia e nel mondo. I suoi romanzi hanno venduto oltre 30 milioni di copie e sono stati tradotti in ben 120 lingue. La grande notorietà arriva tra il 1992 e il 1994 con la pubblicazione de 'La forma dell'acqua', primo romanzo dedicato a Montalbano. Da lì in poi un crescendo inarrestabile di vendite e successi Per settant'anni Camilleri è stato regista teatrale e sceneggiatore. Nel 1949 entra nell'Accademia di Arte drammatica Silvio d'Amico di Roma e realizza diverse opere, ispirandosi a Pirandello. Sono gli anni in cui conosce la moglie Rosetta, dalla quale avrà tre figlie. Nel 1957 il debutto in Rai, mentre negli anni Settanta ottiene il ruolo di insegnante di regia all'Accademia di Arte drammatica. La passione per la scrittura, però, lo porta a pubblicare, nel 1987, Il corso delle cose con cui ottiene un discreto riscontro di pubblico. Poi arriverà il vero e grande successo con il commissario Montalbano.
Tra i libri piu' venduti di Andrea Camilleri si ricordano Un filo di fumo (1980), La stagione della caccia (1992), La forma dell'acqua (1994), Il birraio di Preston (1995), Il cane di terracotta (1996), La concessione del telefono (1998), La scomparsa di Patoò (2000), Il re di Girgenti (2001), L'odore della notte (2001), La pazienza del ragno (2004), Un covo di vipere (2013), Donne (2014). Molti romanzi scritti da Camilleri si caratterizzano per un linguaggio tra l'italiano e il dialetto siciliano, peculiarità che nacque quando assistette il padre morente. Lo scrittore gli raccontò una storia che avrebbe voluto pubblicare, un po' in dialetto e un po' in italiano, "come si parlava tra di noi", e alla fine il padre gli consigliò di scriverla "come l'hai raccontata a me". Così nacque Il corso delle cose, da allora quel modo di scrivere diventò uno dei tratti distintivi delle sue opere.