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LECCE – Come rappresentare il lavoro e raccontarlo nel mondo che cambia velocemente. Se n’è parlato in uno dei dibattiti serali delle Giornate del lavoro organizzate a Lecce dalla Cgil. Non a caso con Gad Lerner, che con la sua trasmissione “Operai” ha proposto in seconda serata su Raitre una serie di reportage, anche dall’estero, sulla precarizzazione estrema e sulle tremende condizioni generate dalla cosidetta Gig economy, ossia l’economia dei lavoretti.
“Non basta la mia trasmissione, purtroppo, a riportare il lavoro al centro del dibattito pubblico e a fare una nuova narrazione – detto il giornalista –. Sappiamo che di lavoro si parla poco. Ma almeno negli ultimi anni, visto che la maggior parte dei giornalisti guadagna 5 euro lordi a pezzo, c’è un po’ più di attenzione per questi temi. C’è però chi continua a pensare che quando parli di operai, devi guardare dentro al grande luogo di lavoro e non ai suoi margini”.
Il giornalista ha ricordato la drammatica vicenda di Concetta Iolanda Candido, addetta ai servizi di pulizie di una grande birreria di Settimo Torinese: rimasta disoccupata a 46 anni dopo un licenziamento, senza alcun sostegno economico, si è data fuoco davanti alla sede dell’Inps. "Le salveranno la vita due altri disoccupati che sono là. Ma perché – domanda Lerner – nessuno dei suoi colleghi l'ha aiutata? Come mai non c’è stata nessuna manifestazione, nemmeno dei sindacati, davanti alla sede dell’Inps? E perché il Comune non ha fatto nulla? È un problema per tutti noi, io per primo, quello di raccontare il nuovo lavoro e portare alla luce storie del genere prima di un epilogo drammatico”.
“Il lavoro cambia più velocemente di come sappiamo intercettarlo e leggerlo. Che il sindacato abbia un problema su questo è vero”, fa notare il segretario confederale della Cgil Nino Baseotto. “Ma la Carta dei diritti è stata la nostra risposta: dieci o quindici anni fa, se qualsiasi dirigente avesse proposto uguali diritti per dipendenti e autonomi, gran parte del popolo della Cgil avrebbe espresso grandi perplessità. Oggi il nostro obiettivo è l’approvazione di quella legge d’iniziativa popolare, un compito duro che ci impone di attrezzarci a rappresentare anche coloro che sinora abbiamo fatto fatica a intercettare”.
Come narrare tutto ciò? Per Mario Rodriguez, docente ed esperto di comunicazione politica, si deve fare un passo in avanti ulteriore. “Raccontare questi cambiamenti con un frame pessimistico è sbagliato. Se sappiamo che la società dovrà vivere un travaglio che non avevamo nemmeno pensato e che non sarà semplice da superare, allora dobbiamo parlare di futuro, trovare un modo per raccontare quello che stiamo vivendo per aprire una speranza e, in ultima istanza, proporre un beneficio, materiale o immateriale. Tutto questo – conclude – non può che basarsi dall’ascolto”.