“Pochi giorni fa a Palermo sono stati scoperti venti cittadini italiani che lavoravano, per un salario irrisorio, vendendo servizi di grandi società telefoniche. Oggi, grazie ai loro sfoghi affidati ad un social network, scopriamo altri 112 nostri concittadini ad Ariano Irpino, costretti ad essere fantasmi, voci anonime senza diritti, 'beni di consumo', loro malgrado, proprio come quei servizi che provavano a vendere telefonicamente”. Così denuncia una nota della segreteria nazionale Slc.
“112 persone che, ancora una volta – aggiunge il sindacato delle tlc della Cgil – non hanno trovato nessuna altra alternativa alla disoccupazione se non lo sfruttamento, il lavoro nero, la negazione della loro stessa esistenza. A questo punto, bisogna che si attivi la Direzione dei servizi ispettivi del ministero del Lavoro per promuovere una campagna di verifiche straordinarie su tutto il territorio nazionale perché, evidentemente, la risorgenza del fenomeno dei 'sottoscalisti' non è più una possibilità ma un dato di fatto al quale occorre dare una risposta articolata e strutturale.”
“Occorre che il sindacato tutto intensifichi ulteriormente gli sforzi – rileva ancora la nota – per avvicinare quei lavoratori e strapparli ad un destino di soprusi ma, soprattutto, ciò che occorre di più è che, una volta per tutte, i datori di lavoro del settore delle telecomunicazioni diano un segnale pubblico, inequivocabile, della loro convinta partecipazione a questa battaglia di civiltà. Bene ha fatto Assocontact ad esprimere tutto il proprio sdegno dinanzi a simili notizie. Ora attendiamo che tutti i committenti facciano lo stesso ed attivino, un volta per tutte, procedure rigide che impediscano che quote importanti di lavoro possano finire, a qualunque titolo, ad imprenditori rapaci senza scrupoli”.
Call center: Slc Cgil, più controlli su territorio
"Committenti adottino rigide procedure per evitare che quote importanti di lavoro possano finire a imprenditori disonesti"
19 novembre 2012 • 00:00