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“E’ arrivata oggi la procedura per il licenziamento dei 262 lavoratori di Accenture a Palermo, dedicati alla commessa British Telecom”. Ne dà notizia Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil: "Questo avviene dopo le tranquillizzanti affermazioni del ministro Guidi che a seguito dell’incontro dello scorso 7 ottobre al Mise aveva dichiarato che 'il governo ha tutelato tutti i lavoratori'. Invece, il ministero non ha ritenuto di dover proporre soluzioni alternative ai licenziamenti limitandosi a prendere atto dell’indisponibilità di British Telecom di mantenere l’occupazione nel sito. Nel frattempo ha già spostato le commesse su altri territori che le gestiscono con personale precario e al di fuori delle previsioni di legge”.
“Il governo continua a latitare - prosegue il sindacalista - anche su una vertenza che trae le sue origini dal mancato recepimento delle tutele dei diritti dei lavoratori garantito dalla direttiva europea 23 del 2001, mancanza che consente alle imprese attraverso il meccanismo della successione di appalti di licenziare il proprio personale sostituendolo con personale precario e sottopagato e di scaricare la competizione presente sul mercato solo sulle spalle dei lavoratori”.
“Il recepimento dei contenuti della direttiva - aggiunge Azzola - che è stato chiesto a gran voce anche dall’associazione di rappresentanza dei call center e dalla quasi totalità delle imprese coinvolte, non viene effettuato per un incomprensibile contrarietà di alcun esponenti del governo. Tutto ciò in uno scenario in cui lo Stato si troverà a spendere oltre 500 milioni di euro nel triennio 2012-2014, in ammortizzatori sociali e incentivi alle assunzioni, per non creare neanche un posto di lavoro nuovo ma semplicemente per spostare sul territorio quello già esistente".
Nei prossimi giorni, conclude, "saranno assunte tutte le forme di mobilitazione a sostegno della vertenza, a partire dal presidio di lavoratori il giorno della ripresa del confronto in sede di ministero del Lavoro l’11 novembre". Ai vertici delle due aziende un ultimo appello: "Sedetevi intorno a un tavolo e aprite a una soluzione accettabile per tutti gli attori coinvolti. La responsabilità sociale nei confronti di un territorio come Palermo in una condizione di crisi come quella che il nostro Paese sta attraversando richiede responsabilità".