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In sciopero oggi, 12 gennaio, i 375 operatori del call-center 4U di Palermo, senza stipendi da tre mesi. Lo sciopero è stato proclamato da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni: è già il secondo dall’inizio dell’anno. I lavoratori protestano con un presidio dalle 9 alle 14 in via Ettore Majorana, traversa di via Ugo La Malfa, davanti alla sede dell’azienda. “Chiediamo i nostri soldi, gli acconti non ci interessano”, scrivono nei loro cartelloni, in risposta al bonifico che l’azienda ha comunicato di aver fatto con il versamento del 37 per cento degli stipendi di novembre. “Qui ci sono 380 famiglie in sofferenza che rivendicano lo stipendio pieno. Ci aspettiamo una convocazione da parte dell’azienda, noi stiamo chiedendo un nuovo incontro. E per domani è prevista un’assemblea con i lavoratori: se non arrivano dei segnali, si prosegue con le azioni per dare visibilità alla nostra protesta”, dichiara Francesco Brugnone, Rsu della Slc Cgil di Palermo.
Anche il 2 gennaio i lavoratori hanno incrociato le braccia e sono da allora in stato di agitazione per rivendicare le mensilità arretrate di novembre, dicembre e la tredicesima, circa 1 milione di euro. I dipendenti di 4U sono per la stragrande maggioranza part-time con contratti a tempo indeterminato da 4, 5 e 6 ore. L’ultima assemblea dei lavoratori del 7 gennaio scorso ha dato mandato ai rappresentanti sindacali di proseguire con le azioni di lotta.
La paura di un ridimensionamento dell’azienda è molto forte: lo stato di crisi è iniziato nel 2013 per il mancato accordo con Call&Call e il fallimento della fusione annunciata. “L’azienda ci ha chiesto di lavorare fino al 31 gennaio senza stipendi. Ma i lavoratori sono molto preoccupati - aggiunge il rappresentante sindacale della Slc Cgil - Da novembre l’azienda ha messo in cassa integrazione 130 dipendenti a rotazione. E veniamo da due anni di contratti di solidarietà in deroga. Secondo l’azienda nella nostra sede c’è un esubero di 12.600 ore di lavoro, pari a circa 140 persone. La sede 4U di Palermo è rimasta l’unica che svolge servizi operativi. L’azienda si è giustificata del ritardo del pagamento dei nostri emolumenti spiegando che vanta problemi di crediti con le banche e di essere in attesa del pagamento da parte dell’Inps del secondo semestre 2013 dei contratti di solidarietà”.
Dopo il primo sciopero del 2 gennaio, che ha registrato una partecipazione superiore al 90 per cento, le Rsu sono state convocate una prima volta dall’azienda. “In quell’occasione l’azienda ha ribadito di non poter far fronte al pagamento dei nostri stipendi e di aspettare il 31 gennaio, data in cui ipoteticamente dovrebbe pagarci il mese di novembre e consegnarci un piano di rientro. Anche perché se entro il 31 non potranno pagarci, alle mensilità arretrate si aggiunge quella di gennaio”.