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Cala il potere d'acquisto delle famiglie e, di conseguenza, calano i consumi. Vanno a braccetto i due dati resi noti oggi, da Istat e Confcommercio che fotografano ancora una volta la tendenza al peggioramento delle condizioni di vita degli italiani nella crisi.
L'istituto di statistica ha reso noti gli ultimi dati su reddito disponibile e potere d'acquisto delle famiglie. Nonostante il reddito disponibile lordo sia aumentato dell'1,9% e la spesa per consumi finali sia cresciuta del 2,9%, la dinamica dei prezzi ha determinato un calo del potere d'acquisto dello 0,8%. Anche la propensione al risparmio è scesa, dall'8,8% da 9,7% del 2010.
Intanto, ad agosto l'indicatore dei Consumi di Confcommercio segnala una riduzione del 2,7% su base annua. Un dato pesante, seppure affiancato da una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente. Un dato che - si sottolinea in una nota di Confcommercio - “evidenzia il tentativo delle famiglie di non comprimere, oltre una certa soglia, il consumo, soprattutto nei mesi estivi, dopo una prima parte dell'anno in cui hanno registrato una sensibile riduzione del proprio reddito disponibile, che si e' tradotta in un netto calo della domanda”.
Tuttavia, per Confcommercio “il quadro attuale continua ad essere caratterizzato da elementi che non portano a ritenere possibile, nel breve periodo, un'inversione di tendenza rispetto al profilo declinante che l'economia italiana sta seguendo dal terzo trimestre del 2011”. Sottolineando gli elementi “che inducono a guardare con preoccupazione alla parte finale dell'anno” Confcommercio segnala come la dinamica tendenziale dell'ICC di agosto rifletta una diminuzione dell'1,4% della domanda relativa ai servizi e del 3,3% della spesa per i beni.
Rispetto all'analogo mese del 2011, a cui fanno eccezione solo i consumi di beni e servizi per le comunicazioni (+3,1%), mentre le riduzioni più significative della domanda hanno interessato, come già accaduto nei mesi precedenti, la mobilità (-12,4%) e l'abbigliamento e le calzature (-4,3%).