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“In pratica, quella che facciamo noi è una formazione continua, perché le normative cambiano da un anno all’altro, e per il nostro lavoro dobbiamo essere aggiornati sempre e comunque”. Chi parla, è Stefania Trombetti, responsabile del coordinamento normativo dei Centri di assistenza fiscale Cgil. È tempo di dichiarazioni dei redditi, e si sta per riversare negli uffici del sindacato una moltitudine di persone, che nel 2016 ha sfiorato i tre milioni di richieste.
“È davvero una gran mole di lavoro, in continua crescita. Il nostro progetto, partito lo scorso novembre, sta arrivando a conclusione proprio in questi giorni, in vista delle dichiarazioni Irpef. Come struttura nazionale, abbiamo un piano formativo, poi calato nelle singole realtà regionali, che prevede un’attività di formazione divisa in percorsi, e per un numero di ore legate alla professionalità del singolo operatore. Facciamo un minimo di 40 ore formative per gli operatori fissi, che già conoscono la materia perchè lavorano con noi tutto l’anno, e da 60 a 120 ore per gli operatori stagionali, che approcciano i nostri uffici solo per il periodo delle dichiarazioni dei redditi. Invece, se si tratta di nuovi operatori, devono fare almeno 100 ore di formazione”, spiega Trombetti.
“Per i neofiti, l’iter inizia con la presentazione del curriculum vitae, poi le loro domande vengono esaminate attraverso test d’ingresso - laddove c’è molta richiesta e ci sono pochi posti disponibili -. Seguono poi corsi mirati con delle prove finali, che se vengono superate si traducono nell’assunzione. Quest’anno abbiamo immesso nei Caaf trenta nuovi operatori stagionali. Di solito, però, si tratta di persone già formate, che hanno collaborato per più anni con noi e quindi sono esperti, su cui facciamo solo un lavoro di aggiornamento in base alle normative che cambiano. I nostri formatori sono oggetto di formazione monotematica sull’attività fiscale in generale e sulle dichiarazioni dei redditi nello specifico”, osserva Luca Cascardi, responsabile formazione Caaf Cgil Calabria.
“I corsi per l’assistenza fiscale per la dichiarazione dei redditi costituiscono una formazione pratica: abbiamo delle guide predisposte da noi che intervengono sui vari livelli formativi, che si svolgono prevalentemente in aula. Quest’anno la grande novità è data dal fatto che l’Agenzia delle Entrate ha messi a punto assieme alla consulta dei Caaf un documento di oltre 100 pagine, che sarà anch’esso oggetto di formazione e di studio. La formazione che facciamo a livello nazionale è rivolta ai livelli alti, cioè ai responsabili dei vari Caaf, che a loro volta porteranno la formazione ai livelli territoriali. La nostra attività non riguarda solo il fisco: rivolgendoci sempre ai formatori, abbiamo fatto un corso sull’Isee, in convenzione con l’Inps, poi faremo una formazione sui livelli reddituali e sul modello Unico”, specifica Trombetti.
“Nella rete dei Caaf si fa una formazione professionale molto qualificata. La capacità tecnica dei Caaf sono una risposta sindacale enorme in una situazione economica sgangherata come l’attuale. Nei Caaf ci si occupa non solo di tutela collettiva, ma anche di tutela individuale, che forse è la più richiesta da molti cittadini, che si sentono abbandonati dallo Stato. Molti dirigenti dei Caaf stanno sperimentando relazioni vere con le partite Iva, ad esempio, con risultati assai interessanti”, rileva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“Abbiamo iniziato la formazione per le partite Iva per tutelare queste persone a 360 gradi. È un servizio che offriamo a loro che è partito nel settembre 2016 con i primi corsi di alfabetizzazione per operatori che già conoscevano la materia, e ad aprile completeremo il quarto modulo sulle dichiarazioni dei redditi. In tal modo, abbiamo messo in piedi una rete di operatori qualificati su tale versante”, precisa Trombetti.
“Questa è la creazione di un altro e diverso modo di fare sindacato. È il sindacato che cambia. La Carta dei diritti universali del lavoro cerca di entrare nei nuovi profili del mondo del lavoro. Nel frattempo, i Caaf ci sono già dentro. A Milano, ad esempio, in una vecchia sede dei Caaf, hanno aperto uno spazio per il coworking, mettendo assieme competenze tributarie con la capacità di sperimentare. Stiamo pensando di costruire un tessuto di formazione insieme ai Caaf sull’identità della Cgil. Se vogliamo intercettare quei mestieri, dobbiamo avere una solida identità”, continua Pelucchi.
“L’attività di formazione è tutta pagata dai Caaf, per quanto riguarda le partite Iva, senza contributi esterni. Quando invece la formazione arriva sui territori i vari Caaf, che sono società di capitali, possono attingere alla formazione finanziata, riuscendo a ottenere una parte di fondi pubblici soprattutto per i corsi di base”, sottolinea Trombetti.
“Per chi va per la prima volta ai Caaf, spesso si tratta del primo incontro con una struttura sindacale. È una sfida per noi, ed è importante ricordare che è un’esperienza straordinaria di relazione con centinaia di migliaia di persone che non incontriamo più altrove: ragion per cui, ben vengano esperimenti in materia nel lavoro quotidiano di Caaf e patronati. A queste strutture dobbiamo dare un po’ d’identità e una migliore organizzazione”, conclude Pelucchi.