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Si firma un contratto nazionale, si negoziano aumenti in busta paga, eppure questi non vengono versati. È quanto accade ai dipendenti delle società di handling aeroportuale, ossia il personale addetto ai servizi di terra (come carico e scarico bagagli, trasporto passeggeri, check in, pulizie a bordo e nel settore cargo). Una lunga vertenza, che vede oggi (martedì 8 maggio) il terzo sciopero nazionale di otto ore (dalle 10 alle 18) – i primi due sono del 21 novembre 2017 e del 19 gennaio scorso – indetto da Filt Cgil, Uiltrasporti, Fit Cisl e Ugl Ta. Sit-in di protesta sono previsti in numerosi scali italiani (tra cui Ancona, Bologna, Brindisi, Catania, Padova, Roma Ciampino).
I due stop precedenti, spiegano i sindacati, non hanno prodotto “da parte datoriale nessuna seria e dignitosa intenzione di procedere a ricomporre la delicata vertenza della mancata applicazione del ccnl del trasporto aereo (sezione specifica handlers) dell’11 dicembre 2015”. Ci si riferisce, in particolare, alla previsione “dell’adeguamento alla tabella comprensiva degli aumenti, a partire dal 1° luglio 2017, della paga oraria per il calcolo degli istituti variabili e incentivanti”.
L’accordo prevedeva dal 1° luglio scorso il ricalcolo della paga oraria, comprensiva di tutti gli incrementi contrattuali sui minimi tabellari nel calcolo delle voci variabili e incentivanti (come lo straordinario e il lavoro notturno e festivo). I sindacati, dunque, chiedono “di provvedere al corretto pagamento delle maggiorazioni, rispettando quanto sottoscritto e dovuto”. Filt Cgil, Uiltrasporti, Fit Cisl e Ugl Ta evidenziano anche che, “nonostante i dati del traffico negli aeroporti italiani siano in crescita, le aziende associate ad Assohandlers si ostinano a non riconoscere gli accordi economici a questi lavoratori, che rappresentano la fascia più debole del settore. Un comportamento imprenditoriale inaccettabile”.
L'11 dicembre 2015, infatti, la difficile vertenza contrattuale della sezione dell’handling si chiuse con un accordo che, a fronte degli aumenti dei minimi tabellari identici a quelli di Assaeroporti, ridusse il loro impatto congelando fino al luglio 2017 gli effetti automatici su tutte le voci variabili (art. H15 del ccnl). “Con un’interpretazione totalmente strumentale – spiegano i sindacati – l’associazione Assohandlers e le aziende del settore si rifiutano di riconoscere questo diritto ai lavoratori e alle lavoratrici, mancando agli impegni presi, in modo pretestuoso e illegittimo”.