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Oggi, 7 aprile, il Consiglio dei ministri ha approvato le 8 deleghe della legge 107/2015, la cosiddetta “Buona scuola”. Nei giorni scorsi si è tenuto un confronto tra sindacati e scuola nel quale il ministero ha illustrato le modifiche che sono state apportate ai testi dei decreti sulla base dei pareri delle commissioni parlamentari. La delega prevista dalla legge scadeva il prossimo 17 aprile, c'erano però di mezzo le vacanze pasquali e il presidente della Repubblica dovrà comunque dare il suo parere.
Le posizioni del governo, in ogni caso, sono risultate ancora molto lontane dal risolvere le criticità avanzate dai sindacati. La Flc Cgil, ha quindi annunciato che valuterà, insieme alle altre organizzazioni, “i termini per la proclamazione della mobilitazione generale del mondo scolastico”.
Le 8 deleghe riguardano il sistema della formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 (dalla nascita fino a sei anni), l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato, il diritto allo studio, la revisione dei percorsi dell'istruzione professionale, la promozione e la diffusione della cultura umanistica, il riordino della normativa in materia di scuole italiane all'estero.
Le critiche della Flc Cgil, però riguardano tanto il merito quanto il metodo. Ad esempio dalla discussione che è seguita sulla determinazione dei livelli essenziali per il diritto allo studio – per il sindacato – emerge che la delega non ha avuto seguito. “Tuttavia il governo non sembra intenzionato a porvi rimedio, per cui l'ampio dibattito resterà un semplice esercizio dialettico, oltre che un promemoria per futuri riscontri sul piano della legittimità costituzionale dei successivi provvedimenti”.
Sulle competenze del primo ciclo e gli esami di stato, invece, “la comune percezione è che sia ancora in corso la discussione sul sistema di valutazione per il primo ciclo, mentre per il secondo il ministero è convinto della necessità di utilizzare l'Invalsi, sia pure in assenza di motivazioni chiare e scientificamente supportate”.
Anche lo schema di decreto sulla cultura umanistica e il sostegno alla creatività è ancora lontano dal risolvere le criticità evidenziate dalla Flc, mentre i pareri di Camera e Senato non hanno cambiato la natura del decreto sui processi inclusivi, che per il sindacato “interviene sulla legislazione vigente per tagliare posti di sostegno, per liberare gli enti locali e le Asl dalle incombenze loro spettanti, per mortificare l’autonomia scolastica”. L’unico provvedimento che avrebbe garantito la continuità didattica e la stabilizzazione dell’organico “non è previsto dal provvedimento” e le soluzioni proposte “sono palliativi in un’ottica di risparmio”. Pure nel decreto sul sistema integrato di istruzione ed educazione 0-6 anni “rimangono in piedi incongruenze fondamentali lesive della legge 62 sulla parità scolastica, dei contratti nazionali di lavoro, del modello pedagogico”.
L’unico decreto che con gli opportuni correttivi ha recepito le istanze presentate dalla Flc è invece quello sulla formazione iniziale e le nuove forme di reclutamento nella scuola secondaria, “laddove nella fase transitoria si prevede l’istituzione di una graduatoria di merito regionale ad esaurimento, all’interno della quale potranno confluire, attraverso una selezione non ad excludendum, tutti gli iscritti nelle seconda fasce di istituto”.
Il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli, “pur riconoscendo alcuni timidi segnali di miglioramento nelle proposte di emendamento”, ha ribadito “il giudizio fortemente critico sulle modalità seguite dal governo per l’elaborazione dei decreti, sui contenuti dei testi privi di prospettive di innovazione per la scuola italiana e sulla mancanza del necessario confronto contrattuale per tutti i temi che riguardano il rapporto di lavoro dei docenti, del personale educativo e Ata e dei dirigenti scolastici”. Sinopoli ha quindi richiamato le numerose emergenze della scuola italiana segnalando “la necessità che esse siano affrontate con urgenza per dare una risposta non più rinviabile alle centinaia di migliaia di lavoratori che ogni giorno, con il loro impegno e la loro dedizione, consentono alle scuole di funzionare, assicurando il diritto allo studio di milioni di alunne e di alunni, di studentesse e studenti”.
L'unico impegno concretamente assunto dal ministero, in sostanza, è stato quello di anticipare la convocazione del tavolo che avevamo sollecitato con insistenza, per discutere sulla valutazione dei dirigenti scolastici. La richiesta del sindacato è quindi chiara: “Si rivedano radicalmente le deleghe che, in quanto figlie di una legge che ha teso a ridurre gli spazi di democrazia, poco hanno di buono. Se tutte le questioni tuttora aperte continueranno a non ricevere risposte la Flc valuterà i termini per la proclamazione di una mobilitazione generale”.