“O c'è migliore efficienza nella creazione di posti di lavoro, oppure è meglio non far nulla. Il testo del governo è insufficiente. E del resto, non si può fare una riforma con tutte le imprese contro e la sola Cgil a favore”. Il giudizio di Renato Brunetta, intervistato da Il Giornale, sulla riforma Fornero è lapidario. Ma non è quello il cuore dell’intervista, che verte più sulla crisi europea e sulle insufficienze di Mario Monti. Sulla crisi e il rialzo dello spread, “Non si dica – argomenta l’ex ministro – che è colpa dell'articolo 18 o della Marcegaglia, o della crisi dei partiti, o della corruzione, perché sono scemenze. La colpa di Monti è di non aver battuto i pugni in Europa, per riequilibrare l’insopportabile vantaggio tedesco in questa fase”.

E sul “che fare” adesso, Brunetta ha le idee chiare: “Occorre una duplice operazione. Una in Europa, facendosi capofila di tutti i Paesi che in questa situazione non ci stanno più, cioè tutti tranne la Germania, modificando i termini del fiscal compact e chiedendo a gran voce gli Eurobond. In casa, ci vuole una riduzione straordinaria del debito pubblico, vendendo gioielli di famiglia per 200/300 miliardi. Un'operazione che libererebbe enormi risorse per la crescita, e che neppure noi siamo riusciti a fare per il conservatorismo di Tremonti e della Lega. Se il governo Monti, con la maggioranza e l’appoggio mediatico di cui dispone, non è capace di attaccare il debito, allora mi chiedo perché esista il governo Monti”.