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“Altro che ricapitalizzazione: la Braccialini di Scandicci si avvia verso il concordato fallimentare”. Con queste parole Filctem Cgil e Femca Cisl della Toscana hanno indetto per oggi due ore di sciopero (dalle ore 10 alle 12) nell' azienda del lusso, con presidio di lavoratori e lavoratrici davanti ai cancelli dell'azienda (via di Caselina 61c). A provocare la nuova protesta è stata la decisione del Consiglio di amministrazione (espressione dei nuovi proprietari, ossia i fondi Sici, Nam e Hat) di venerdì 6 maggio di fare ricorso al concordato preventivo per tentare il salvataggio dell'azienda, cui dovrebbe accompagnarsi una ricapitalizzazione di dieci milioni di euro da realizzarsi mediante l’ingresso di nuovi soci.
Una decisione che non è per nulla piaciuta ai sindacati, impegnati da lungo tempo in una difficile vertenza, che vedono avvicinarsi l’ipotesi del fallimento della storica impresa di pelletteria fiorentina. Dal gennaio scorso i 171 lavoratori sono in cassa integrazione a rotazione, una misura che finora però non ha portato benefici: la crisi di liquidità dell’azienda permane, i conti sono in rosso (la perdita secca si aggira sui 20 milioni di euro), mentre gli attuali azionisti non sembrano intenzionati a nuovi investimenti (da qui l’apertura a eventuali soggetti esterni, ancora però da individuare).
La ricapitalizzazione, dunque, sembra essere l’unica strada per evitare il fallimento dell’azienda. Ma su questo si addensano le preoccupazioni dei sindacati, che ricordano anche che un’analoga misura era già stata promessa nell’aprile 2015, ma non è mai avvenuta. “Prendiamo atto dell'annuncio di una disponibilità alla ricapitalizzazione – ha dichiarato Massimo Bollini della Filctem Cgil Firenze – ma arrivati a questo punto gli annunci non bastano più: vogliamo sapere quando e quante risorse saranno effettivamente disponibili per far ripartire la produzione. Per questo chiediamo una convocazione urgente del tavolo istituzionale”.