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Un accordo innovativo, che si auspica possa fare scuola, e che va nella direzione di conciliare qualità di impresa e qualità del lavoro: è quello siglato nei giorni scorsi da Cgil, Cisl, Filctem Cgil e Femca Cisl territoriali con Bormioli Luigi Spa e che riguarda quattro capitoli fondamentali del rapporto tra azienda e lavoratori: appalti, videosorveglianza, demansionamento e licenziamenti illegittimi". Abbiamo provato, in un'azienda dove le relazioni industriali vanno avanti ormai da anni con una certa concretezza, a introdurre regole che restituiscano dignità ai lavoratori - ha spiegato Simone Cavalieri, segretario generale Filctem Cgil Parma - per riportare tutele e diritti in alcuni ambiti in cui vediamo che oggi risultano sempre più minacciati e difficili".
Sugli appalti si è concordato che, per evitare la piaga del massimo ribasso, l'azienda potrà sottoscriverne solo con società che applichino i contratti nazionali di cui siano firmatarie le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Si prevede una clausola sociale con l'obbligo di assunzione dei lavoratori già impiegati in caso di cambio appalto e il mantenimento dell'anzianità di servizio per gli stessi.
Con questo accordo si torna indietro, rispetto al Jobs Act, sia in tema di videosorveglianza, che si riconduce nell'alveo della legge 300 dello Statuto dei lavoratori, sia per quanto riguarda il capitolo demansionamento: in entrambi i casi ci dovranno essere accordi con la Rsu e il sindacato di categoria. Per i licenziamenti collettivi illegittimi viene ristabilito, indipendentemente dall'anzianità di assunzione, il principio della reintegrazione del lavoratore nel suo posto, una tutela molto forte in controtendenza rispetto alle più recenti normative del mercato del lavoro.
"Mi preme sottolineare la centralità del soggetto dell'accordo - ha tenuto a precisare Germano Giraud, della Femca Cisl - che tornano ad essere le lavoratrici e i lavoratori, non più unicamente il profitto e la produttività". E anche Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Parma, ha inteso precisare la rilevanza confederale dell'accordo in un'azienda così importante del territorio. "È in atto in questa fase storica - ha chiosato - una discussione (se non un vero e proprio conflitto) su quale possa essere il modello di competitività che le aziende devono spendere per restare sul mercato. Questo accordo offre un modello positivo, in cui la competizione non è giocata solo sul costo del lavoro ma che considera i lavoratori e i loro diritti esattamente come elementi da valorizzare. Questo è il valore aggiunto di questa intesa, che segue e per alcuni versi perfeziona quella sottoscritta alcuni mesi fa in Bormioli Rocco, e questo è il motivo per cui è da ritenersi un modello che non deve valere solo per le aziende del vetro, ma che può offrire un esempio virtuoso per altre realtà produttive del nostro territorio". Posizione quest'ultima ribadita anche da Angela Calò, presente all'incontro per la segretaria confederale Cisl di Parma e Piacenza.