Le risposte che questo governo sta mettendo in campo hanno un taglio fortemente neo-coorporativo, sono parziali e creano nuovi soggetti sociali di riferimento. Solo una piccola parte dei precari, ad esempio, per lo più quelli che orbitano nelle grandi aziende, ha avuto risposte dal decreto Di Maio, così come solo una parte dei disoccupati e delle persone in condizione di povertà avrà risposte dal reddito di cittadinanza. E il ragionamento vale allo stesso modo per Quota 100.
Contrastare questo neo-corporativismo è la sfida che la Cgil deve affrontare secondo Andrea Borghesi, segretario generale del Nidil Cgil, intervenuto nel secondo giorno di lavori del congresso della Cgil nazionale a Bari. Sul reddito di cittadinanza, poi, c'è una questione ulteriore che riguarda la struttura che dovrà gestire lo strumento: “In Anpal ci sono 400 dipendenti a tempo indeterminato, ma a gestire il reddito di cittadinanza saranno migliaia di collaboratori precari, che dovranno, paradossalmente, cercare un lavoro stabile ai disoccupati”.
Secondo Borghesi la fase che la Cgil si troverà ad affrontare sarà ricca di contrasti e ritorsioni. “Ma al tempo stesso ci sarà anche una grande fetta di popolazione che resterà esclusa dai benefici dei provvedimenti del governo. E a quelle persone noi dovremo offrire assistenza – ha aggiunto il segretario Nidil – con percorsi di sostegno attraverso il Sol (Servizi orientamento lavoro), ma anche aprendo una vertenza sulla disoccupazione, a partire dai contenuti del nostro Piano del Lavoro”.