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Al via la stagione formativa 2017-18 della Cgil di Bolzano. In calendario nove appuntamenti, uno al mese, a partire dal prossimo ottobre. Sono previsti corsi in lingua italiana e in lingua tedesca per neodelegati, funzionari, ma anche stage di aggiornamento per sindacalisti di lungo corso.
Secondo Cinzia Turello, responsabile formazione Cdl locale, si tratta di “un progetto ambizioso, perché la ‘cassetta degli attrezzi’ del sindacalista va riempita di contenuti. Perciò, abbiamo programmato la stessa formazione per i corsi in italiano e in tedesco - un’autentica novità, quest’ultima -: al fine di non dover tradurre tout court dall’italiano, infatti, abbiamo pensato di organizzare anche una giornata formativa con funzionari di lingua tedesca”.
Ma quali strumenti saranno inseriti nella cassetta degli attrezzi del neodelegato altoatesino per farlo diventare un buon rappresentante dei lavoratori, sia che si tratti di Rsa, Rsu o funzionario sindacale? “Prevediamo diversi momenti formativi, che vanno dal saper gestire un gruppo al parlare in un’assemblea aziendale, alla capacità di negoziare durante una trattativa – risponde la sindacalista –. Vi è anche un aspetto di carattere informativo, che comprende da che cos’è la Cgil, con la sua storia ultracentenaria, fino ad arrivare a lavorare su se stessi. I corsi al via sono del tutto inediti, in quanto in tale occasione verranno sperimentate altre tecniche, diverse dal passato. Molto coinvolti tutti i delegati e funzionari partecipanti. Si farà formazione in aula, alternata a esercitazioni vere e proprie sul campo, con un esempio di negoziazione pura, che abbiamo già lanciato con successo l’anno scorso. Si è trattato di una bella esperienza, da ripetere senz’altro al più presto”.
L’intero programma è completamente nuovo e verranno coinvolti di più i delegati. “Vogliamo che il parlare in gruppo - indispensabile per svolgere bene l’attività di proselitismo - abbia inizio in aula. Altro percorso formativo da creare, quello per dirigenti e funzionari sindacali esperti: sarà una sorta di formazione continua, con un fabbisogno formativo rinnovato e momenti di approfondimento durante il corso, articolato in due giornate. Nel complesso, nell’arco dell’anno saranno coinvolte una trentina di persone, equivalenti a un paio di aule formative”, precisa ancora la dirigente sindacale.
Cristiano Chiusso è dottorando in Scienza della Formazione all’università Ca’ Foscari di Venezia, nonché uno dei formatori della Cgil bolzanina. “Ho scelto di collaborare con il sindacato, perché i miei studi di dottorato hanno fisicamente luogo nella Cgil Veneto, con una ricerca durata quattro anni nel campo della formazione. In tal modo, ho conosciuto il mondo sindacale dall’interno, partecipando a un corso di formazione per formatori, gestito dalla Fp Cgil nazionale. Ora collaboro con la Cdl bolzanina per elaborare i nuovi progetti formativi”.
“Il nuovo corso di formazione sarà diverso dal passato. Adotteremo una metodologia molto più coinvolgente e meno ‘direttiva’, dove la partecipazione del sindacalista non è ritenuta fondamentale ai fini della spiegazione. Quindi, partiremo dalle esperienze e conoscenze di delegati e funzionari, dando loro voce per capire come vivono il proprio ruolo, saggiandone il sapere: in pratica, saranno degli autentici laboratori di formazione. Una sorta di maieutica socratica, dove il docente non sa, ma va a sondare gli altri, tirando fuori ciò che sanno. Questo è molto utile per i neodelegati e i neofunzionari discenti. C’interessa molto mettere in circolo e a disposizione di tutti saperi e conoscenze”, aggiunge il ricercatore universitario.
“Il bilinguismo è una risorsa che valorizza la differenza e premia le varie impostazioni, ma a Bolzano è vissuto come uno strumento per dividere. Invece, la Cgil locale punta molto su un ragionamento di un’identità comune da cercare, un’identità europea, oggi fortemente in crisi e duramente in conflitto, con pezzi d’incomprensione e di mancanza di dialogo che, viceversa, il sindacato cerca di far dialogare tra loro. Anche a Bolzano si sceglie una formazione stanziale con due giorni di seminario per sindacalisti di lungo corso, che hanno bisogno di aggiornare il proprio bagaglio formativo con nuove chiavi di lettura e nuove esperienze. Dunque, due livelli differenti: da un lato, per giovani delegati che hanno bisogno di una formazione di base; dall’altro, per sindacalisti esperti che hanno bisogno di rinnovare strumenti e linguaggio”, è l’opinione di Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
Infine, il commento di Eros Dal Mas, Rsa Intesa San Paolo. “Ho frequentato il corso per neodelegati nel 2016. Ho recepito tutto ciò che è venuto dai corsi, e l’ho suddiviso in due grandi momenti. Il primo, l’accoglimento, la creazione del gruppo, le origini, la conoscenza tra noi, dove mi sono trovato sempre benissimo. Il secondo, l’approfondimento su noi stessi e il confronto con gli altri. A mio giudizio, le cose più utili e interessanti sono stati i filmati sui comportamenti sbagliati, da non adottare mai durante una trattativa, e poi l’ultima esperienza che abbiamo fatto di lavorare in gruppo, affrontando casistiche vere su esponenti della società reale, come il confronto con un rappresentante di una grande azienda che si doveva comportare in modo duro e inflessibile con noi sindacalisti, a dimostrazione di una controparte dura e irremovibile da battere. In pratica, è stata una specie di contrattazione simulata”.