Sindacato critico con il piano industriale predisposto per l'Officina di manutenzione ciclica di Bologna (ex Ogr) che da più di 100 anni è addetto alla manutenzione dei treni pendolari e Alta Velocità di Trenitalia per l'intero territorio nazionale. "Il progetto si dimostra insufficiente sia rispetto ai carichi di lavoro stimati che agli investimenti programmati e addirittura insostenibile sul piano della logistica, la nuova sede ha spazi ridotti e insufficienti per le attività previste", si legge in una nota della Filt Cgil Emilia Romagna.

Questa in sintesi la storia della vertenza. Nel maggio del 2010 la Società Trenitalia (gruppo Fsi) comunica di voler dismettere il sito produttivo e spostare le attività presso altri impianti del territorio nazionale, con la conseguente perdita di occupazione (circa 500 lavoratori) e professionalità (unica nel panorama industriale del Paese) per la città di Bologna e la nostra Regione. "Da quel momento – dice il comunicato – le organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, danno inizio ad una vertenza che porta l'Azienda a rivedere il progetto di dismissione in favore di un trasferimento di attività presso l'area ferroviaria di via del Lazzaretto di Bologna, comunicato alle organizzazione sindacali nel maggio di quest'anno".

Tuttavia per il sindacati il progetto industriale "pone insicurezza sul futuro del lavoro".  "La Filt Cgil Emilia Romagna e Bologna – dichiara il segretario generaleregionale Michele De Rose – ritiene imprescindibile che le istituzioni Locali abbiano contezza dello stato di indeterminatezza in cui versa il progetto industriale presentato da Trenitalia sul futuro dell'Officina ferroviaria di via Casarini".