Non è soddisfatto di come sta andando il confronto sul mercato del lavoro, il professor Tito Boeri. E in un lungo articolo oggi su Repubblica spiega perché.
“La riforma del mercato del lavoro di cui il paese ha bisogno – scrive – deve servire a rilanciare la crescita. Questo significa aumentare la produttività del lavoro e impedire che il dualismo del nostro mercato del lavoro continui a emarginare coloro che hanno maggiori possibilità di contribuire a generare reddito e occupazione”.
“Il problema principale è che tutti i tavoli in corso tralasciano il problema più importante, quello dell'ingresso nel mercato del lavoro”. La riforma degli ammortizzatori non riesce a proteggere chi ha formalmente rapporti di lavoro autonomo. “Per proteggerli dobbiamo trasformare il parasubordinato in rapporti di lavoro anche formalmente alle dipendenze. Il datore di lavoro che vorrà continuare in questa finzione sarà costretto a pagare quelli che sono di fatto suoi dipendenti molto di più”. E poi non basta il contratto di apprendistato, non serve neanche disboscare i contratti atipici, né servono gli incentivi fiscali. “Basta offrire costi certi, crescenti nel tempo, per licenziamenti individuali, sia economici che disciplinari, ai nuovi assunti, a tutte le età”.