La Cgil chiede la immediata e incondizionata liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici birmani. In una nota la segretaria confederale dell’organizzazione sindacale, Nicoletta Rocchi, fa sapere che “la Corte suprema birmana ha respinto il ricorso avanzato dai legali di Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione, che resterà confinata fino a novembre, alla scadenza dei termini di carcerazione. Anche se il suo avvocato ha annunciato che si appellerà in ultima istanza al Ministro della giustizia, la decisione esclude in via definitiva la Nobel per la pace dalle elezioni generali che la giunta militare si appresta a indire, molto probabilmente, per il prossimo ottobre”.

“Aung San Suu Kyi - aggiunge Rocchi - ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti e nel mese di agosto 2009 il tribunale di Yangon, in un processo ‘farsa’, ha esteso per altri 18 mesi gli arresti domiciliari, perché la donna ha ospitato un cittadino americano che si era introdotto furtivamente nella sua abitazione. La Lega nazionale per la democrazia (Nld), sottolinea che la decisione dei giudici conferma che le elezioni non saranno inclusive, giuste e libere. Nonostante la ‘nuova’ costituzione - continua la dirigente sindacale - fatta approvare nel 2008 con un referendum farsa garantisca il controllo del parlamento ai militari, questi evidentemente vogliono impedire qualsiasi presenza delle voci genuinamente democratiche. Purtroppo, questa ennesima sentenza getta una luce pessimistica sui tentativi della stessa Aung San Suu Kyi e della diplomazia internazionale per aprire canali di comunicazione con il regime”.

Per Rocchi, “è necessario che la comunità internazionale faccia sentire con sempre maggiore determinazione l’isolamento della giunta militare, con nuove e più efficaci sanzioni e con iniziative anche nei confronti di quei paesi, come Cina, India, Russia, Singapore, che con le loro forti relazioni commerciali, finanziarie e diplomatiche sostengono il regime birmano. Ci uniamo a quanti - conclude - da tutte le parti del mondo, chiedono la immediata e incondizionata liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici birmani”.